Rivoluzione Progettone: interessa 1.900 lavoratori, ma «chi non è in situazione di disagio, dovrà cercarsi un lavoro fuori»
L’assessore Spinelli annuncia un nuovo disegno di legge «per adeguarsi alle nuove norme europee»: degli attuali impiegati, ben 1.200 sono cinquantenni, ancora lontani dalla pensione
TRENTO. La giunta provinciale vuole aggiornare lo strumento del "Progettone" istituito negli anni '90 per fare fronte al problema di persone licenziate a pochi anni dalla pensione.
Ora, su circa 1.900 lavoratori che sono inseriti nel Progettone solo una minoranza, circa 700 hanno una età elevata e sono vicini alla pensione, mentre circa 1.200 sono ancora relativamente giovani, intorno ai 50 anni e anche meno. quindi con ben più di dieci anni davanti prima di arrivare alla pensione.
Per questo il disegno di legge approvato ieri dalla giunta provinciale su proposta dell'assessore Achille Spinelli «assume i connotati di una politica attiva per il reinserimento nel mercato del lavoro dei quei soggetti, appartenenti alle fasce più deboli, con disagi o difficoltà nello svolgimento ordinario di alcune mansioni.
«In una fase complessa come quella attuale, l'amministrazione provinciale - ha sostenuto ieri Spinelli nel presentare il disegno di legge - guarda con particolare attenzione alle persone espulse dal mercato del lavoro che per ragioni anagrafiche registrano maggiore difficoltà al reinserimento. Non si vuole puntare sugli strumenti di welfare, ma piuttosto trovare forme di attivazione che spingano, anche con l'accrescimento delle competenze, a riportare queste persone nel mercato del lavoro reale. L'obiettivo è di rendere questa iniziativa parte integrante delle politiche in materia di lavoro promosse dalla Provincia di Trento. Al contrario del reddito di cittadinanza, con il Progettone si riconosce un reddito a chi effettivamente lavora in attività di pubblica utilità. Attività nel verde, servizi culturali e alla persona necessitano dell'impegno e dell'entusiasmo di tante persone, che con la loro opera favoriscono la crescita del Trentino, rendendolo ancora più bello».
La Provincia aveva disciplinato per la prima volta più di trent'anni fa gli interventi di ripristino ambientale con un'apposita legge provinciale, che ora si vuole riformare. La legge del 1990 assolveva a finalità di sostegno occupazionale ed era una risposta ai grandi problemi sorti in quegli anni relativi, da un lato alla crescita della disoccupazione a seguito della crisi del settore manifatturiero, dall'altro al dissesto idrogeologico culminato nella "tragedia di Stava".
Lo strumento previsto dalla norma, conosciuto come Progettone, nel corso degli anni è stato impiegato anche in ambiti diversi, aggiungendo alle attività cantieristiche di carattere ambientale, anche una serie di servizi di pubblica utilità quali, ad esempio, attività di supporto alla custodia ed al presidio di musei o negli uffici pubblici.
Attraverso il disegno di legge, ha specificato ieri Spinelli, si intende operare un adeguamento di questo strumento rispetto alla sopravvenuta normativa europea in materia di contratti pubblici, di servizi di interesse generale (economici e non), di enti del terzo settore.
Oggi avviene da parte della Provincia l'affidamento diretto del Progettone al terzo settore o alle cooperative sociali, si dovrà adeguare la normativa.L'altro aspetto riguarda la presa in carico da parte dei centri per l'impiego di persone inserite nel progettone ma non abbastanza anziane da poter andare in pensione nel giro di pochi anni. Per queste persone che hanno situazioni di particolare disagio i i servizi pubblici dovranno individuare dei percorsi per un reinserimento nel mondo del lavoro fuori dal Progettone.