Guerra in Ucraina, task force in Trentino per la sicurezza contro gli attacchi hacker
Quanto sta succedendo nell'Europa dell'Est ha fatto immediatamente alzare il livello di attenzione nella nostra provincia. Trentino Digitale presidia le reti pubbliche e private
STORIE "Una gioia ospitare gli ucraini"
TRENTO. La Provincia - e con lei tutta la rete di pubbliche amministrazioni trentine - sta cercando di blindarsi contro gli attacchi hacker, che ora rischiano di intensificarsi nella guerra invisibile per i sistemi informatici, che sta rappresentando un altro fronte della devastante aggressione russa all'Ucraina.
L'allerta dunque è massima, ma il Trentino non arriva impreparato, come sostiene l'assessore provinciale alle attività economiche e ricerca Achille Spinelli: «Sulla cyber-sicurezza siamo attivi da molto tempo grazie a Trentino Digitale. Il direttore generale Shahin coordina le attività in collegamento con le principali autorità coinvolte. La società riceve direttamente gli allert dal sistema nazionale di sicurezza. Ci sentiamo sereni».
E in effetti Trentino Digitale, società pubblica della Provincia, guidata dal direttore generale Mohammed Kussai Shahin, ha da tempo istituito un gruppo di sicurezza cibernetica a presidio h24, per 7 giorni alla settimana, di tutte le reti pubbliche e i servizi essenziali del territorio provinciale, in stretto collegamento con la Polizia postale e con le autorità competenti nazionali, in particolare con l'Agenzia per la cyber-sicurezza nazionale, istituita l'estate scorsa. Trentino Digitale proprio per rafforzare il gruppo per la sicurezza cibernetica ha recentemente assunto nuovi tecnici e stretto collaborazioni con l'Università di Trento per formare giovani in questo campo.
Direttore Shanin, con la guerra in Ucraina avete registrato un aumento degli attacchi hacker alla pubblica amministrazione? Vi preoccupano?
Per prima cosa va detto che il problema della cyber-sicurezza è cresciuto negli anni. Già da diverso tempo ci sono attacchi continui, non solo dimostrativi, ma di tipo criminale, per appropriarsi di informazioni, chiedere riscatti o creare disservizi. Per questo noi stiamo lavorando in termini di prevenzione, facendo tesoro di tutte le allerte che ci provengono dal livello istituzionale e attrezzandoci per affrontare le emergenze. Gli attacchi sono sempre più sofisticati e frequenti e naturalmente la guerra in atto aumenta il pericolo di attacchi mirati, ma la situazione è monitorata costantemente e anche se nessuno è immune ci sentiamo attrezzati abbastanza bene sul fronte della prevenzione.
Ma vi risulta che ci siano già stati in Trentino attacchi hacker russi o comunque legati al conflitto in atto, visto che l'Italia è considerata Paese ostile da Mosca?
Direttamente non abbiamo fino ad ora avuto alcuna evidenza particolare. È vero che nelle ultime settimane l'allerta è aumentata e così il livello di attenzione e il monitoraggio. Ma non abbiamo avuto alcun segnale. È chiaro che aumenta il rischio di azioni dimostrative, per questo bisogna attrezzarsi per prevenire.
Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega alla sicurezza nazionale, sul Corriere della Sera ha detto che i nostri server pubblici sono inadeguati perché utilizzano antivirus prodotti dai russi. Anche la Provincia di Trento usa gli antivirus russi?
È vero che l'antivirus più famoso al mondo è fornito da aziende russe, questo è un tema molto dibattuto, ma noi non lo utilizziamo.
Come attuate la prevenzione? Mettete in guardia i dipendenti pubblici?
Certo, il comportamento dei dipendenti pubblici è fondamentale. Per questo periodicamente facciamo delle comunicazioni nelle quali spieghiamo cosa fare o non fare, perché il malware (il programma maligno che si insinua nel sistema, Ndr.), sfrutta la disattenzione dell'utente o i comportamenti poco accorti. Per questo invitiamo a segnalare ogni tipo di anomalia. Numerosissimi attacchi passano infatti da messaggi anomali che invitano ad aprire allegati o comunicazioni che si confondono facilmente.