Comunità di Valle, la riforma Gottardi non piace ai sindaci, che faranno una loro contro-proposta
L’assessore presenta la sua idea di «ente dei sindaci», ma le perplessità sono tante: «Almeno prendiamo atto che non avrà seguito la promessa elettorale di abolirle»
TRENTO. La giunta del Consiglio delle autonomie (Cal), l'organismo che rappresenta Comuni e Comunità di valle, risponderà al disegno di legge di riforma delle Comunità di valle presentato dall'assessore Mattia Gottardi, con una sua proposta, che ha l'ambizione di affrontare la questione in termini più ampi, rispetto al solo governo dell'ente intermedio, che l'assessore vuole affidare alla conferenza dei sindaci e a un presidente-sindaco; soluzione quest'ultima, che ha raccolto molte critiche da parte di chi ritiene importante mantenere la possibilità di scegliere un presidente che non sia un non sindaco.
Di questo si è parlato ieri pomeriggio alla riunione settimanale del Consiglio delle autonomie, dove il presidente Paride Gianmoena, ha spiegato sommariamente i contenuti della riforma così come presentati dall'assessore Gottardi, spiegando poi come l'organismo intende muoversi.
«Questa è l'occasione, - ha esordito Gianmoena - se troviamo la condivisione tra noi, di fare delle proposte e dei ragionamenti che vanno oltre la conferma delle Comunità di valle e la governance, ma che affrontano il tema del rapporto tra Comuni, Comunità e Provincia e in particolare la questione del potere di eterodirezione che ha la Provincia. Potremmo fare quel passo ulteriore, in particolare sulla gestione delle risorse da parte dei territori senza paletti posti dalla Provincia, che la riforma del 2006, che ha istituito le Comunità di valle, non era riuscita».
Alle parole del presidente Gianmoena è seguito un confronto con alcuni sindaci, che hanno espresso le loro prime impressioni, a che sulla base di sensibilità politiche diverse. Claudio Soini, sindaco di Ala, che fa parte anche della giunta del Cal, ha rafforzato la posizione di Gianmoena sostenendo che quando partirà il percorso che l'assessore Gottardi ha detto di voler avviare sui territori con i sindaci e i commissari «dobbiamo portare le tesi condivise da noi».
«Non vorremmo - ha sottolineato Soini - che si riducesse il tutto al fatto se il presidente debba essere un sindaco o no. Non dobbiamo cadere nel tranello. Dobbiamo allargare il discorso sul vero ruolo delle Comunità nel futuro, io penso a un ente vicino ai Comuni e non solo un erogatore di servizi. Si deve provare a fare una proposta articolata. Questa è la terza riforma dal 2006 - ricorda il sindaco di Ala - e non è cambiato moltissimo. L'elezione diretta c'è stata solo una volta nel 2010, poi c'è stata la rivisitazione Daldoss, ora mi sembra che si sta riportando la Comunità ai tempi del Comprensorio, con la giunta composta da sindaci e il presidente sindaco».
L'analisi di Soini ha spinto a intervenire il sindaco di Rovereto, Francesco Valduga, che ha osservato: «Non mi pare che con questa riforma si torni ai Comprensori e non mi risulta che Daldoss abbia fatto una riforma, non stravolgeva la rappresentanza, ma aveva agito in modo diverso, con le gestioni associate e le fusioni dei Comuni. Prendiamoci il tempo di approfondire il testo e poi costruiamo una posizione della giunta e, se condivisa, del Consiglio delle autonomie».
Il sindaco di Trento, Franco Ianeselli, ha aggiunto: «Il dato positivo è che le Comunità di valle vengono confermate rispetto a una promessa elettorale di segno contrario. Sono d'accordo poi che non si possa ridurre il confronto al presidente-sindaco si o no. Ma neanche l'assessore Gottardi può porre questo punto come non negoziabile. Saranno i sindaci a decidere».
Secondo Christian Girardi, sindaco di Mezzolombardo, va preso atto che la riforma che si paventava, ovvero che le Comunità venissero messe in discussione, non c'è stata. «La richiesta del Consiglio delle autonomie - rivendica Girardi - di non cancellarle è stata ascoltata. Ormai sono accettate come risorsa importante per l'erogazione di servizi. Partiamo da lì».
Ma per Beppe Detomas, procurador del Comun General de Fascia, il "nodo" è proprio il ruolo delle Comunità: «Sono nate con finalità politiche di programmazione urbanistica e socio-economica. Vale la pena di riflettere sul fatto se vogliamo mantenere un ruolo politico o solo un ente erogatore di servizi e nel secondo caso la sola conferenza dei sindaci è sufficiente. Non so se sia utile cancellare una pianificazione politica intermedia».
LA FOTO: Fugatti e Savoi presentano la raccolta firme per il referendum di abolizione delle Comunità di Valle, nel 2012)