Allerta in Trentino per l’acqua potabile, Novareti: “Le riserve ci sono, ma il quadro è preoccupante”
La siccità che perdura dallo scorso novembre - con poche eccezioni e precipitazioni piovose e nevose isolate, una a dicembre, due a gennaio, una a febbraio - sta portando al limite le sorgenti
TRENTO. Agricoltura, produzione di energia, buona salute del quadro ambientale. Certo, gli aspetti in gioco dopo mesi di siccità sono tanti e complessi.Ma guardando nelle case di ciascuno di noi? Guardando ai nostri rubinetti? La perdurante assenza di piogge rischia di diventare una minaccia anche per quel che riguarda la disponibilità di acqua potabile.
A confermarlo è Matteo Frisinghelli, del Servizio idrico di Novareti, la società del Gruppo Dolomiti Energia che si occupa degli acquedotti e di fognature, oltre che della distribuzione della distribuzione del gas naturale.«Siamo in allerta. Non ancora in allarme, ma in allerta, perché la situazione è preoccupante».
A confermarlo, la stretta attualità: a Foppiano, in Vallarsa, è stata disposta la chiusura, per alcune ore della notte, della fornitura alle utenze per permettere ai serbatoi di ripristinare la propria capacità di soddisfare le esigenze diurne. Una situazione che rappresenta per ora un unicum in Provincia, dove - a differenza del vicino Alto Adige, dove già nelle scorse settimane alcuni centri avevano avuto bisogno di essere serviti da autobotti - non si registrano richieste di intervento da parte dei Comuni, come ha confermato il presidente del Consorzio delle autonomie locali Paride Gianmoena: Certo però - spiega - che il tema è costantemente all'attenzione dei sindaci, perché ogni giorno in più che passa senza precipitazioni, peggiora il quadro generale».
Frisinghelli lo conferma: «Noi possiamo parlare unicamente per Trento e Rovereto, i centri che sono serviti da Novareti. E la situazione non è rosea. Soprattutto per quel che riguarda la Vallagarina, che dipende maggiormente da una sorgente, quella dello Spino. Mentre a Trento le sorgenti sono affiancate ai pozzi in profondità, che garantiscono acqua dalle falde».
La siccità che perdura dallo scorso novembre - con poche eccezioni e precipitazioni piovose e nevose isolate, una a dicembre, due a gennaio, una a febbraio - sta portando al limite le sorgenti. «Per quel che riguarda i pozzi, invece - prosegue Frisinghelli - la situazione è meno preoccupante. Si tratta di fonti di approvvigionamento che risentono meno delle variazioni in superficie. Certo che, sul lungo periodo, la siccità influenzerà la disponibilità d'acqua anche per quel che riguarda questa fonte».
Se nell'immediato gli allarmi sono isolati, dunque, i timori sono per il lungo periodo: «Solitamente dopo i mesi che da sempre qui sono i più secchi, gennaio e febbraio, da marzo le precipitazioni consentivano di accumulare scorte in vista dell'estate. Non è così e dunque questa anomalia, se la pioggia non arrivasse, potrebbe influire sulla disponibilità d'acqua per i prossimi mesi».
Le previsioni non sono rosee: fino alla fine di marzo difficilmente pioverà: perturbazioni questa settimana non sono all'orizzonte e anche per quella a venire i modelli non annunciano brutto tempo.