Intermodalità anche per i territori più remoti di montagna: ecco una delle chiavi del nuovo Piano provinciale
Piazza Dante vara le linee guida di un progetto che ha l'obiettivo di consentire anche alle zone svantaggiate di avere servizi di trasporto adeguati e sostenibili, per evitare il rischio dello spopolamento delle aree più distanti dai centri popolosi. Previste anche sperimentazioni legate alla filiera locale di produzione di biocarburanti e di idrogeno verde
TRENTO A scuola senz’auto: una sfida per promuovere la mobilità sostenibile
BICIPOLITANA Trento, meno macchine e più biciclette: ecco le idee
VALSUGANA Ecco come avanza la pista da Centochiavi a Pergine
BUS DE VELA Che fine ha fatto il progetto di ciclabile?
TRENTO. La mobilità sostenibile è una sfida non solo per i territori di fondovalle in Trentino ma anche per le aree di montagna più svantaggiate.
Oggi, 8 aprile, la giunta provinciale ha dato il via libera a un piano strategico che guarda alla diminuzione dell'uso dei mezzi di trasporto inquinanti privati, grazie alla crescita di efficienti possibilità alternative, con l'attenzione soprattutto alla intermodalità.
Anche nei territori più difficili, insomma, è possibile creare un sistema nel quale ci si possa avvicinare da casa a uno snodo del trasporto collettivo dal quale raggiungere la propria destinazione, specie il posto di lavoro.
Su proposta dell’assessore Mattia Gottardi, il governo provinciale ha approvato le linee di indirizzo di un piano strategico della mobilità che, si sottolinea, "guarda allo sviluppo di tutti i territori".
Si tratta, si legge in una nota, del primo nucleo di indicazioni su cui sviluppare eventuali ulteriori pianificazioni stralcio o il Piano provinciale della mobilità di livello generale: “Obiettivo primario per l’amministrazione è garantire servizi adeguati su tutto il territorio, per evitare il rischio dello spopolamento delle aree più distanti dai centri più popolosi” evidenzia l’assessore provinciale agli enti locali e trasporti, che osserva come sia “necessaria un’attenzione particolare alla messa in sicurezza e manutenzione delle infrastrutture (ponti, viadotti e gallerie) e della rete viaria, oltre che attuare iniziative per una mobilità alternativa più sostenibile”.
Gli interventi da realizzare, sottolinea piazza Dante, devono sapersi tradurre nel garantire a tutti la possibilità di accedere ai servizi di trasporto collettivo pubblici, sia dal punto di vista sociale che da quello economico.
"Inoltre, un sistema della mobilità sostenibile deve riuscire a mitigare anche le disparità territoriali che inevitabilmente si vengono a creare in un territorio come quello trentino che, per sua conformazione fisica, presenta aree più o meno accessibili rispetto al fondovalle della Valle dell’Adige", osserva l’assessore Gottardi spiegando che molte sono le azioni già messe in campo, così come gli interventi in via di definizione.
"Lo shift dal mezzo privato alla mobilità dolce, va favorito aumentando la consapevolezza del livello di sostenibilità dello spostamento, oltre che garantendo la competitività dei servizi alternativi all’auto privata", si evidenzia.
Il tutto, si osserva, non solo per il trasporto passeggeri, ma anche per la filiera della logistica, "con l’ampliamento dell’offerta intermodale e l’affermazione di Trento come nodo centrale per la distribuzione anche sovrannazionale".
L’attenzione è posta all’utilizzo di sistemi di mobilità che mirano alla diminuzione in maniera drastica dell’emissione di anidride carbonica.
In questo senso, si afferma la volontà di promuovere sperimentazioni legate alla filiera locale di produzione di biocarburanti e di idrogeno verde.
"Questo - comunica la Provincia - anche in coerenza a quanto definito dal Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 (Pniec) per l’immissione di sistemi di propulsione alimentati da biocarburanti e altre rinnovabili, cercando di ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Questi obiettivi si raccordano peraltro con il Piano d’azione per il miglioramento della qualità dell’aria, firmato dalla Presidenza del Consiglio dei ministri, sei Ministeri, le Regioni e le Province autonome e varato nel 2019".