Nato Vadim, dall’Ucraina a Trento: la mamma Julia è tra i primi rifugiati giunti con il pullman
«Devo ringraziare l'associazione Aiutiamoli a vivere, Cinformi, il reparto di ostetricia e ginecologia e gli amici della neonatologia trentina», dice questa giovane mamma. Il piccolo, 3.479 grammi di pura gioia, sta bene. Il papà, che combatte nella sua terra, lo ha potuto vedere attraverso un video
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TRENTO. Il piccolo Vadim Artur ha emesso il suo primo vagito giovedì sera, poco prima di mezzanotte. La mamma, Julia (nella foto con il neonato), è stata tra le prime profughe in fuga dalla guerra ad arrivare in Trentino. Un lungo viaggio con un pullman fatto insieme all'altra figlia di appena due anni, alla sorella (anche lei con un bambino piccolo) e alla mamma. Quando è partita, la gravidanza era già avanti, ma rimanere in Ucraina era ormai diventato troppo pericoloso per lei. Per questo ha deciso di lasciare tutto e venire in Trentino.
Qui lei e la sua famiglia sono stati ospitati presso l'ostello della gioventù e poi, grazie a Cinformi, ora hanno trovato posto in un appartamento in città. É qui che Julia ha trascorso le ultime settimane prima del parto.
«Devo ringraziare l'associazione Aiutiamoli a vivere, Cinformi, il reparto di ostetricia e ginecologia e gli amici della neonatologia trentina», dice questa giovane mamma, che ora è potuta tornare a casa. Il piccolo, 3.479 grammi di pura gioia, sta bene. Il papà, che combatte nella sua terra, lo ha potuto vedere attraverso un video.
«Purtroppo è lontano e non è stato possibile fare una videochiamata durante il parto - racconta Angela, dell'associazione Aiutiamoli a vivere che è rimasta a lungo vicino alla donna durante il travaglio - ma possiamo dire che qui Julia ha trovato un'accoglienza eccezionale, dagli uomini che sono andati a prenderla con l'ambulanza agli operatori della casa del fanciullo che l'hanno accompagnata in questi mesi. Poi anche Katia Bertuol, dell'associazione amici della neonatologia. Loro hanno preparato un corredino per il bambino con dentro tutto il necessario in ospedale. Un gesto bellissimo che abbiamo apprezzato e che faranno anche per i futuri nati. Abbiamo altre sette donne che partoriranno nei prossimi mesi. Una è già in ospedale in attesa di un parto cesareo».
Nelle scorse settimane, sempre al Santa Chiara, era nata un'altra bambina ucraina, Mia. La mamma era stata trasferita al S. Chiara in elicottero da Andalo, dove in questo periodo è ospitata con i suoi due figli, assieme alla suocera Kateryna, all'anziana madre della suocera, Nina, alla cognata appena dodicenne e ad altri due nipoti, figli di un fratello di Kateryna rimasto in Ucraina, assieme agli altri uomini della famiglia, a combattere sul fronte di Kiev contro l'esercito russo. Yana e la sua famiglia erano arrivate in Italia il 4 marzo per l'interessamento di Agop Trento, l'associazione dei bambini malati di tumore.
Al momento sono 2.180 gli sfollati presenti sul nostro territorio e per quanto riguarda gli adulti, al 90 pr cento si tratta di donne. I minorenni sono il 47%.Tra coloro che sono arrivati qui, 1.755 hanno trovato una sistemazione in autonomia, attraverso reti parentali o amicali e 425 risultano accolti nell'ambito del protocollo Provincia - Commissariato del governo. Il Trentino ha messo a disposizione 2.996 posti letto (115 i territori comunali su cui sono distribuite le persone), cifra che comprende i 560 del sistema di accoglienza della Provincia.