Giochi olimpici, gli ecologisti si mobilitano per una riduzione dell'impatto ambientale
Le associazioni trentine e bellunesi danno appuntamento al passo Giau il 5 giugno, per chiedere che siano rivisti una serie di progetti legati a "Milano-Cortina 2026". Nel mirino anche Centro del salto di Predazzo, arena del fondo a Lago di Tesero e stadio di pattinaggio a Baselga di Piné
PROVINCIA Milano-Cortina: "Volontà di arrivare al 2026 pronti al 110%"
BELLUNO. Gli ambientalisti si danno appuntamento in uno dei luoghi più suggestivi delle Dolomiti, al passo Giau, in provincia di Belluno, per rilanciare la mobilitazione contro gli eccessi del cemento previsti dai progetti delle opere legate ai Giochi olimpici invernali 1026 Milano/Cortina.
L'appuntamento è per domenica 5 giugno.
"Sarà - scrivono i promotori fra i quali le sezioni di Italia nostra di Belluno e di Trento - un forte richiamo ai decisori politici e alla Fondazione Milano - Cortina 2026 perché ritrovino un passo misurato nell'organizzazione, infrastrutturazione e gestione dell’appuntamento sportivo olimpico. Chiediamo un ritorno immediato a quanto ribadito con determinazione nel Dossier di candidatura.
Queste Olimpiadi devono essere le prime al mondo a costo zero che si basano su una autentica e coerente sostenibilità sociale e ambientale, un progetto pilota di ampio respiro internazionale. Ci raduniamo a passo Giau perché riteniamo questo luogo l’emblema della sconfitta del programma olimpico del 2026. Se attuato quanto previsto e sostenuto dalle istituzioni, su questo passo sorgerà un albergo di lusso con 150 posti letto, del volume complessivo fra interrato e in superficie di 40 mila metri cubi. Risulta evidente a tutti come tale proposta offenda il valore del limite che la montagna ci ha sempre trasmesso, offenda le normative internazionali e nazionali a tutela dell’ambiente, offenda Unesco che ha proclamato le Dolomiti Patrimonio naturale dell’Umanità. A passo Giau passerebbe anche uno degli insostenibili collegamenti sciistici previsti da Dolomiti no car : Cortina – area sciabile di Alleghe Civetta. Un mega progetto che accompagnerebbe altre due proposte: Cortina – val Badia, Cortina – Arabba. Situazione analoga in Valtellina dove si vuole collegare l’area sciabile del Tonale a Bormio e quindi a Livigno.
Sono tutte proposte che vanno cancellate non solo dai masterplan delle opere connesse e di contesto per le Olimpiadi, ma anche da qualsiasi programma di sviluppo delle Alpi italiane. Le Associazioni, i comitati e i cittadini che si danno appuntamento a passo Giau chiedono che dal programma delle infrastrutture previste vengano cancellate, da subito, le seguenti opere: - la pista per bob, skeleton e slittino per trasferire le gare alla pista di Innsbruck o altra sede; - il villaggio olimpico di Cortina d’Ampezzo, recuperando spazi nelle strutture esistenti ed evitando ulteriore consumo di suolo; - la “bretellina” di Bormio; - i quattro collegamenti sciistici citati; - i tre alberghi del lusso previsti ad Auronzo e Cortina e passo Giau; - il progetto di riqualificazione del complesso dell'ex stazione di Cortina d’Ampezzo, che altro non è se non mera speculazione.
Si ritiene che le opere previste per ospitare le gare in valle di Fiemme, nel Centro del Salto a Predazzo, nel Centro del Fondo a Lago di Tesero e nello Stadio di pattinaggio a Baselga di Pinè debbano essere fortemente ridimensionate e sostenute da maggiore sobrietà e risparmio di risorse economiche, tra l'altro per abbattere futuri costi di gestione.
Anche in Alto Adige, i progetti previsti di viabilità stradale della val Pusteria sono in gran parte ritenuti un inutile consumo di suolo e di paesaggio.
Si pensi alle rotatorie di Anterselva e Dobbiaco e ai lavori verso la stazione ferroviaria di San Candido. In questa valle è possibile intervenire nel potenziare il trasporto ferroviario di persone investendo in locomotori innovativi a basso consumo energetico.
Siamo ancora in tempo. Lo strumento più razionale e logico che permette a tutti, istituzioni nazionali, regionali, provinciali, comunali e cittadini, di valutare come intervenire è e rimane la Vas, valutazione ambientale strategica, nazionale e unitaria di tutte le opere necessarie, conesse e complementari.
Solo questo studio complessivo offre uno strumento scientifico capace di misurare la sostenibilità o meno delle strutture proposte, l'eventuale comparazione con strutture simili già presenti sul territorio alpino, un approfondimento scientifico sulla sostenibilità ambientale, sociale ed economica delle diverse opere. Le associazioni firmatarie di questo Manifesto rimangono disponibili ad ogni confronto su tutti i tavoli istituzionali", concludono gli orgganizzatori della manifestazione del 5 giugno, cioè Mountain Wilderness Italia, Libera Veneto, Italia Nostra del Veneto e del Trentino, l'Ecoistituto del Veneto “Alex Langer” Peraltrestrade Dolomiti (Belluno), Gruppo promotore Parco del Cadore