Colonie sportive: non si trova personale, «ma è giusto che ci sia una formazione»
Dopo l’allarme di Dorigatti, parlano i responsabili di Aerat, Arcobaleno Basket e Summer Sport Life: «è vero, i ragazzi di oggi sono meno propensi a mettersi in gioco»
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TRENTO. L'allarme per la mancanza di addetti nelle colonie estive, lanciato dal presidente dell'associazione Sportivando Ivan Dorigatti, ha raccolto un discreto consenso. Tra alti e bassi però, perché se per alcuni il problema degli operatori non è così marcato, altri hanno provato a dare motivazioni rispetto al rallentamento della partecipazione giovanile a questo tipo di attività.
«Condivido in parte le dichiarazioni del collega, concordando sul fatto che il personale nei centri estivi debba oggi, per fortuna, essere formato - ci ha spiegato Luca Tomasi di Arcobaleno Basket, realtà che da 25 anni organizza "Sport Estate insieme" e poi anche due settimane di camp dedicato alla pallacanestro. - Sono poi d'accordo sul fatto che sia difficile trovare ragazzi che vogliano lavorare con noi, tuttavia credo che sia un problema più ampio. Secondo me non c'è una grande propensione al "mettersi in gioco", lavorativamente parlando, perché comunque la famiglia in questo momento riesce ad assicurare una buona copertura economica».
«Poi va anche detto che i nostri non sono numeri elevati come quelli di altre associazioni, però abbiamo riscontrato anche come molti giovani preferiscano fare lavori diversi, più vantaggiosi dal punto di vista delle entrate. Rispetto ai numeri, noi avremo bisogno di circa 20 operatori a settimana ma, seguendo la nostra mission di inclusività, nel caso in cui dovessero arrivare ragazzi con bisogni speciali dovremo affiancare loro una persona specifica».
Accanto a ciò, anche altri problemi legati alla pandemia, come per esempio la necessità di programmare attività con anticipo (spesso però le colonie sono vincolate al meteo così come per le attività "acquatiche"). «Finalmente stiamo tornando alla normalità anche nell'organizzazione dei vari appuntamenti - ha aggiunto Michele Ciurletti del Centro Sportivo Life, che per questa estate ha in programma il "Summer Sport 2022" per bambini dai 4 ai 12 anni. - Tuttavia, chi è accreditato con il fondo sociale europeo deve rispettare certi requisiti con gli operatori: serve un curriculum preciso per figure alle quali poi, se necessario, si affiancano ragazzi alle prime esperienze. Quest'anno punteremo su un'attività sportiva, quindi gli operatori dovranno avere competenze specifiche ed è il motivo per cui la ricerca di personale è continua. Si tratta di una copertura non solo normativa, ma anche pedagogica».
Sembra andare meglio invece a Edo Grassi, presidente di Aerat, che ha concluso: «Siamo nel pieno dell'attività di formazione, con circa 120 educatori che verranno impiegati dal 17 giugno al successivo 30 agosto. I ragazzi che gestiremo saranno complessivamente 1.260. L'impegno formativo è lo stesso per tutti, ma credo sia fondamentale per portare questi operatori a svolgere la loro esperienza nel miglior modo possibile. Il fatto che manchino ricambi e nuovi ragazzi per le colonie estive? Credo che il "Lavora con noi" debba essere rivisto, cercando di conciliare gli impegni dei giovani con le nostre esigenze».