Che fine ha fatto la "riforma" delle Comunità di Valle? Manica contro Gottardi: «meglio fermarsi e cominciare un confronto vero»
L’attacco del consigliere PD che ricorda l’iter: «La proposta dell’assessore l’hanno bocciata in primis i sindaci e il Consiglio delle Autonomie. La riforma annunciata nel 2019 si dimostra un fallimento su tutta la linea ancora prima di vedere la luce»
TRENTO. Da Fugatti che raccoglieva le firme con Savoi per abolirle, alla «riforma» della giunta leghista. Il futuro delle Comunità di Valle, a un anno dal voto, è nebuloso. Lo scrive il consigliere provinciale PD Alessio Manica, che va giù duro.
«Per arrivare ad una proposta di riforma delle Comunità all’Assessore Gottardi ci sono voluti quasi 4 anni. Nel mentre, per colmare il vuoto, ha deciso di commissariare e azzoppare le Comunità.
Ora che la proposta c’è, risulta difficile capire come ci si è potuto mettere così tanto per produrre così poco. Ma la cosa più avvilente di tutte è che le quattro o cinque proposte sostanziali che la riforma contiene sono state tutte bocciate dai Sindaci, a dimostrazione che è stata concepita senza il benché minimo dialogo con gli enti locali. Forse vale la pena fermarsi un attimo, fare un bagno di umiltà, cestinare il poco fin qui prodotto e ricominciare da capo, questa volta avviando davvero un confronto».
La riflessione è lunga ed articolata: «Nelle intenzioni dell’Assessore agli enti locali Mattia Gottardi la riforma delle Comunità di Valle doveva essere una delle più importanti di questa legislatura, ma la montagna ha partorito il topolino; e doveva essere una riforma fatta per i Comuni, peccato che proprio i Sindaci siano ora i più critici nei confronti della proposta.
In sintesi la riforma delle Comunità di Valle si dimostra un fallimento su tutta la linea ancora prima di vedere la luce. Annunciata a gran voce nel gennaio del 2019 sull’onda emotiva delle promesse distruttive della campagna elettorale, non se ne è saputo più nulla per quasi tre anni. Per ovviare al vuoto di idee la Giunta provinciale a settembre 2020 ha però deciso di commissariare le Comunità, costringendo così gli enti intermedi ad una gestione straordinaria e precaria dei molti servizi che producono in favore dei cittadini trentini, mettendo in crisi moltissimi Comuni che sul supporto delle Comunità facevano grande affidamento. Distruggere, si sa, è più facile che costruire.
Solo pochi mesi fa l’Assessore Gottardi presenta finalmente la sua proposta di riforma. Chi dopo tre anni di promesse e annunci si aspettava grandi cose è rimasto deluso. Il disegno di legge contiene infatti solo qualche proposta di riforma: il Presidente Sindaco, l’abolizione dell’Assemblea e del Comitato esecutivo, un Dirigente al posto del Segretario. Difficile capire come ci possano volere più di tre anni e il commissariamento di quindici enti per partorire quattro proposte di modifica, ma tant’è.
Ma l’aspetto più avvilente – dice Manica – è che la proposta di riforma è stata quasi completamente respinta dal Consiglio delle Autonomie Locali, e in particolare dai Sindaci, a dimostrazione di come la stessa sia stata concepita e scritta senza il benché minimo confronto con gli Amministratori Locali. Nell’ordine i Sindaci hanno bocciato l’idea di un Presidente individuato tra i Sindaci e poi anche la proposta di un Presidente individuato tra i Consiglieri comunali; hanno bocciato la mancata previsione di un Comitato esecutivo, indispensabile visti i molti compiti in capo alle Comunità; hanno bocciato l’idea di un Dirigente al posto del Segretario e pure le proposte di modifica della composizione dell’Assemblea urbanistica e delle Commissioni per il paesaggio.
Nei fatti della famigerata riforma delle Comunità tanto cara all’Assessore Gottardi non resta quasi nulla, e deve ancora essere approvata. Mi chiedo se per arrivare a così poco fosse necessario azzoppare per anni un ente così importante e mi chiedo ora se non varrebbe la pena fermarsi un attimo, fare un bagno di umiltà, cestinare il poco fin qui prodotto e ricominciare da capo, questa volta avviando davvero e seriamente un percorso di confronto e condivisione con gli enti locali.»