Lavoro / Il caso

Grido d'allarme degli artigiani: Soa e divieto di cessione del credito bonus edilizia, altre due tegole che li mettono in ginocchio

Il presidente Segatta all’attacco: norme contraddittorie da Roma, così si impedisce alle imprese di contribuire alla ripartenza delle misure di rilancio dell’economia

di Daniele Battistel

TRENTO. Non bastassero difficoltà di approvvigionamento delle materie prime e rincari delle commodities energetiche! Ora per le imprese artigiane che vogliono lavorare sul mercato dei bonus edilizi si concretizzano altri due cappi al collo: l'obbligo della Soa e le incertezze legate alla cessione del credito dei bonus edilizi.

Soa da cancellare.La sigla sta per "Società organismo di accettazione" ed è una certificazione necessaria per partecipare a gare d'appalto per lavori pubblici, ovvero un documento che provi la capacità dell'impresa di eseguire, direttamente o in subappalto, opere con importo a base d'asta superiore a 516mila euro.

«Una disposizione - accusa il presidente degli Artigiani trentini Marco Segatta - che, pur ispirata al condivisibile principio di garantire sicurezza, trasparenza e qualità dei lavori, di fatto si è rivelata una barriera anticoncorrenziale, che premia solo chi può gestire la complessità burocratica, invece di chi vanta una lunga tradizione del "saper fare", riconosciuta dai clienti e dal mercato».

L'Associazione artigiani tiene a mettere in risalto il fatto che il mero possesso delle attestazioni, nell'ambito degli appalti pubblici nel quale la Soa opera da oltre 20 anni, non ha garantito né la sicurezza sul lavoro, né tanto meno la qualità dei lavori.

«Va inoltre ricordato - aggiunge Segatta - che l'accesso ai benefici dei bonus è comunque subordinato a una lunga serie di verifiche molto stringenti, parte delle quali affidate ai professionisti che, oltre al progetto, devono rilasciare asseverazioni e visti di conformità che garantiscono la corretta esecuzione dei lavori, la congruità dei costi e l'allineamento ai prezziari definiti per norma».Dunque sarebbe soltanto un inutile e aggiuntivo orpello burocratico.

L'Associazione Artigiani intende dunque attivarsi ad ogni livello, affinché il vincolo venga rimosso o quanto meno reso meno gravoso, perché il mercato dei bonus edilizi coinvolge almeno 5.000 imprese associate, «la stragrande maggioranza delle quali ora, senza giustificate motivazioni, si troverebbe una barriera di accesso alla realizzazione di interventi di riqualificazione, a discapito di un piccolo numero di imprese certificate Soa».

Cessione credito da riattivare.

C'è però un altro tema che il presidente dell'Associazione artigiani vuole mettere in rilievo, ovvero le difficoltà sempre maggiori relative alla cessione del credito.«Le modifiche normative decise negli ultimi tempi dal Governo hanno ingenerato confusione, incertezza e una situazione drammatica - spiega Segatta -.

I privati che non hanno ottenuto lo sconto in fattura dalle imprese si sono visti respingere la richiesta di cessione da parte della loro banca mentre le imprese che hanno concesso lo sconto in fattura ai loro clienti non riescono a recuperare i crediti presenti nei propri cassetti fiscali per lavori già eseguiti e, di conseguenza, non possono pagare dipendenti, fornitori e oneri vari. Ora, con le novità legislative introdotte, speriamo di arrivare ad una piena riapertura in tempi rapidi ma il danno in termini di sfiducia da parte di tutto il sistema è difficilmente recuperabile».

Davvero paradossale: il settore delle costruzioni, in questo periodo di congiuntura negativa, ha giocato un ruolo anticiclico fondamentale per favorire la ripartenza post Covid. «Ora, dopo aver generato un'enorme aspettativa in cittadini ed imprese, le misure "contraddittorie" decise a Roma hanno depotenziato l'efficacia e l'effetto traino del Superbonus» chiude Segatta.

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