Caro-benzina, interviene la Guardia di Finanza: controlli contro il rischio speculazioni, su Pnrr e spesa pubblica
Parla il comandante regionale Guido Zelan. Gestione dei fondi del Pnrr, criminalità organizzata, operazioni sospette, traffici illeciti: di tutto questo si occupano le Fiamme Gialle, in Trentino come nel resto d'Italia, con un occhio sempre attento non solo all'evasione fiscale, ma anche alla possibile speculazione
DATI Inflazione alle stelle: da noi è al top in Italia, +9% in un anno
CONSUMATORI Biasior: "Più controlli, no alle speculazioni"
TRENTO. Sul caro-carburante vigila la Guardia di finanza. «Operiamo sotto due profili: il controllo della filiera e le verifiche nell'ambito dell'Osservatorio dei prezzi», evidenzia il comandante regionale Guido Zelano. Gestione dei fondi del Pnrr, criminalità organizzata, operazioni sospette, traffici illeciti: di tutto questo si occupano le Fiamme Gialle, in Trentino come nel resto d'Italia, con un occhio sempre attento non solo all'evasione fiscale, ma anche alla possibile speculazione. In questo contesto si inserisce il controllo dei prezzi del carburante che tocca alla pompa una quotazione mai vista.
Generale Zelano, cosa accade quando i prezzi dell' "oro nero" corrono troppo?
Innanzitutto verifichiamo che non ci siano in atto manovre speculative, controllando le filiere. Di base c'è un incremento del costo delle materie prime, per una rarefazione del prodotto a causa della guerra. La guardia di finanza ha reparti speciali che sono dedicati a controllare alcuni passaggi della filiera, dall'importazione e stoccaggio alla distribuzione. Poi c'è un piano nazionale, che viene eseguito anche in Trentino: tutti i distributori devono segnalare il prezzo quotidianamente ad un sistema gestito del Ministero dello sviluppo economico, ovvero l'Osservatorio prezzi carburanti. Si tratta di un sistema a cui ogni cittadino può accedere per sapere il prezzo delle singole pompe. La guardia di finanza ha un piano per controllare che i distributori di benzina adempiano a questo. Il settore della spesa pubblica, di cui le Fiamme Gialle si occupano da sempre, assume in questo momento storico un'importanza ancor maggiore a fronte delle erogazioni del Piano nazionale di ripresa e resilienza e, in genere, delle misure di sostegno ai privati e alle imprese.
I controlli sono già iniziati?
Sul Pnrr stanno partendo adesso, ma tra il primo gennaio 2021 e il 31 maggio 2022 la guardia di finanza del Trentino Alto Adige ha accertato finanziamenti e incentivi pubblici indebitamente percepiti o richiesti, di origine nazionale o europea, pari a circa 165 milioni di euro. La vigilanza deve far sì che le ingenti risorse stanziate vengano spese al meglio. Si tratta di un obbligo morale, oltre che giuridico, non solo per le istituzioni ma per tutte le componenti della società civile, compresi cittadini e imprese. Non dimentichiamoci che abbiamo un impegno gravoso nei confronti delle generazioni future, come suggerisce il nome del piano di ripresa europeo, il Next Generation Eu.
Come avverranno questi controlli?
La guardia di finanza ha un complesso di poteri che consente di aggredire i fenomeni in modo trasversale. Parliamo di poteri di polizia giudiziaria, tributaria e valutaria. Inoltre abbiamo disposizione fonti informative che derivano da una miriade di banche dati. Seguiamo piani operativi specifici per il controllo di queste attività, finalizzato alla legalità ma senza essere d'ostacolo alla realizzazione delle opere sostenute dal Pnrr e da altri misure economiche. Il flusso di denaro richiama l'attenzione della criminalità organizzata. E il Trentino - prova ne è l'inchiesta Perfido sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in val di Cembra- non può più considerarsi immune.
Una situazione rischiosa?
I rischi sono quelli di una terra ricca che deve confrontarsi con questi fenomeni, ma non li vive nella quotidianità. Parlare di un fenomeno radicato è troppo, ma come emerge dall'indagine ci sono indicatori della presenza della criminalità organizzata in Trentino. Criminalità che dispone di molto contante: le imprese in difficoltà potrebbero essere tentate di ricorrere alla liquidità di queste organizzazioni. È necessario non cadere nell'errore di immaginare di poter maneggiare la relazione con questi sodalizi. Ma casi di usura non ci sono stati segnalati dalle organizzazioni di categoria.
Nelle vostre attività di monitoraggio avete rilevato allarmi, come possono essere operazioni sospette o anomale acquisizioni di immobili?
In merito a quest'ultimo punto, ne abbiamo parlato di recente con gli assessori provinciali Achille Spinelli e Roberto Failoni. Il fenomeno, legato alla crisi, riguarda in particolare strutture alberghiere di media dimensione. Abbiamo in corso un'attività di monitoraggio sulle acquisizioni di questo genere di immobili, ma non possiamo partire con il pregiudizio: esistono imprenditori che vogliono vendere e imprenditori che cercano di acquistare, senza altri fini. In merito alle operazioni sospette, non abbiamo indicazioni che possano far pensare ad un fenomeno usuraio o estorsivo.
Il Trentino è in salute dal vostro punto di vista?
È una realtà che pur con difficoltà ha resistito alla crisi, ma non può abbassare la guardia. Il sentirsi a posto non deve essere un modo per sottovalutare il pericolo, perché il pericolo c'è. Le organizzazioni mafiose hanno cambiato tecnica, sono meno violente e meno riconoscibili. Si parla della mafia "dei colletti bianchi", e un territorio ricco e fertile come il Trentino Alto Adige è sempre appetibile.