Rifiuti trentini da bruciare? Ecco i tre siti dove potrebbe sorgere il «termovalorizzatore»
I tecnici hanno dato tre soluzioni. Da Ischia Podetti (ma servirebbe un camino alto 100 metri), Lizzana di Rovereto o i Murazzi, dove sta sorgendo il nuovo grande depuratore di Trento Sud
TRENTO. Termovalorizzatore tradizionale o gassificatore? Le diverse ipotesi e tipologie dell'impianto che dovrà bruciare i rifiuti residui che non trovano più spazio nelle discariche sono al vaglio degli esperti di Università e Fbk che dovranno dare indicazioni sulla migliore tecnologia entro il mese di ottobre. Poi partirà il confronto coi territori per capire se e dove realizzare l'impianto.
Per quanto riguarda l'ubicazione la scelta, nel caso di impianto unico a livello provinciale, dovrà cadere per forza di cose lungo l'asta dell'Adige, per due semplici motivi: il primo è che il 42% del rifiuti residuo prodotto a livello provinciale viene dai bacini di raccolta di Trento, Rovereto, Val d'Adige e Vallagarina; il secondo, piuttosto ovvio, è che realizzare un impianto in quota, nelle valli, comporterebbe la necessità di salire con camion pieni su strade pendenti andando ad inquinare e a spendere molto di più.
Limitando dunque la scelta all'asta dell'Adige i tecnici hanno individuato tre potenziali alternative: Ischia Podetti presso l'attuale discarica; Lizzana presso l'attuale impianto di trattamento biologico e meccanico e Trento Tre, ai Murazzi, a cavallo dei Comuni di Trento, Calliano e Besenello e proprio di fronte ad Aldeno e Nomi, presso il costruendo futuro depuratore.
La discarica di Ischia Podetti, già in passato indicata per ospitare il termovalorizzatore, presenta le criticità evidenziate già nello studio di impatto ambientale del 2002 che indicava la necessità di un camino alto cento metri per rilasciare i fumi evitando una troppo rapida dispersione a terra. Il fatto è che un altezza del genere per un impianto di taglia decisamente più piccola rispetto alle necessità dell'epoca - ammette lo studio preliminare allegato al Piano rifiuti - risulterebbe «atipico e paesaggisticamente impattante».
La scelta di Lizzana avrebbe il vantaggio di poter far funzionare l'impianto con il Css, il combustibile derivato dai rifiuti prodotto in modo meccanico e biologico, minimizzando il luogo di produzione e quello di conversione energetica dello stesso. L'area del futuro depuratore sarebbe logisticamente compatibile con un impianto di trattamento termico nel caso si valutasse anche l'opportunità di trattare i fanghi essiccati prodotti in loca, ma la presenza di una parete rocciosa sul lato est potrebbe risultare critica in termini di dispersione dei fumi in atmosfera. Tutto questo vale però nel caso si consideri un impianto di incenerimento o gassificazione mediante combustione e rilascio di fumi.
Considerando invece un impianto di produzione del syngas da rifiuti e di conversione in energia, con minori emissioni in atmosfera, il discorso è diverso e potrebbero essere prese in considerazione anche altre zone.