Il ritorno sui banchi all'insegna della normalità, stop alle misure anti-covid e riaprono anche le mense
Ecco come il Trentino si prepara per il nuovo anno: niente mascherine e misurazioni della temperatura corporea, restano le raccomandazioni su igiene delle mani e aerazione degli ambienti
TRENTO. Per settembre si prospetta un ritorno a scuola praticamente normale.Niente protocolli covid e nessuna variazione di orario o temperatura a causa del caro energia.
Con l'inizio del nuovo anno scolastico, si dice addio (si spera) alle mascherine e alle misurazioni di temperatura prima di entrare a scuola.
E a confermare la volontà di lasciarsi alle spalle il periodo di pandemia, c'è il reintegro dei circa 200 insegnanti non vaccinati che erano stati sospesi (un po' erano già rientrati perchè guariti).
Vengono riaperte pure le mense: basta alle sale dedicate che potranno così tornare alla loro originale destinazione (laboratori e aule).
Alcuni accorgimenti bisognerà comunque prenderli: rimangono i distributori con l'igienizzante e la disinfezione frequente delle mani; anche l'areazione delle aule continuerà a scandire le ore. «I collaboratori scolastici continuano a dover fare una pulizia più approfondita - spiega Paola Pasqualin, dell'Istituto comprensivo Trento 5 - ci aspettiamo però una integrazione di risorse».Questa effettivamente c'è stata e si proseguirà nei prossimi giorni.
Oltre al reintegro dei 200 professori no vax, sono state effettuate 300 assunzioni in ruolo di docenti, poi 160 tra personale amministrativo, Ata e materne provinciali. Nuovi concorsi sono previsti per i prossimi mesi. Si aggiungeranno poi gli insegnanti assunti a tempo determinato con il sistema della chiamata unica, ma bisognerà aspettare i primi di settembre.
Qualche buona nuova abitudine, scoperta durante i due anni di pandemia, rimarrà: «Le modalità di ingresso, ci hanno permesso di accogliere meglio i bambini - spiega Patrizia Visconti, dell'Istituto comprensivo Trento 4 - essendosi rivelata una misura efficace, la manterremo».
L'abolizione dei protocolli Covid permette di avere una didattica più inclusiva ed accogliente, soprattutto per il primo ciclo di istruzione.Le difficoltà energetiche non dovrebbero invece toccare le scuole. In primavera la Provincia aveva previsto degli stanziamenti, che già hanno aiutato le scuole. Queste risorse verranno utilizzate ancora questo autunno e si spera poi che la situazione si vada a risolvere.
A livello nazionale le proposte sono state diverse: ridurre la settimana scolastica a cinque giorni per tutti, abbassare di qualche grado i termostati, modificare gli orari in base alla luce solare, alcuni hanno anche azzardato l'ipotesi di configurare le ore di lezione in base alla zona (non su tutto il territorio italiano le ore di luce sono le stesse).
In Trentino però «non si fanno ragionamenti di minore offerta scolastica o differenziata - commenta Roberto Ceccato del Dipartimento istruzione e cultura - non si può far sottostare la scuola a delle problematiche di questo tipo, si trovano piuttosto altre soluzioni».Della stessa idea anche l'assessore Mirko Bisesti, il quale sottolinea che la scuola trentina ha gestito con successo il periodo pandemico e che supererà anche questa. Aggiunge poi che «i ragazzi con le restrizioni a causa del covid hanno già sofferto tanto, non si meritano che anche sul lato energetico vadano a rimetterci: alla scuola bisogna garantire tutto».
Questo non è un liberi tutti, bisogna comunque ridurre gli sprechi e prestare un po' di attenzione; non vale solo per le scuole, sarà la quotidianità di tutti.