Anziani, affondo dei sindacati sull'avvio di Spazio Argento: i soldi stanziati non bastano
Cgil, Cisl e Uil accolgono come buona notizia l'allargamento da ottobre a tutto il Trentino della sperimentazione della riforma del welfare attuata finora in tre vallate, ma sono critici perché «l'attesa è stata lunghissima e sfiancante». E lanciano l'allarme sull'insufficienza dei fondi previsti: «È come se la Provincia non vedesse che la popolazione invecchia»
TRENTO. «L'avvio dello Spazio Argento è una buona notizia» dicono i segretari provinciali dei pensionati di Cgil, Cisl e Uil, Ruggero Purin (Spi), Tamara Lambiase (Fnp) e Claudio Luchini (Uilp). Una buona notizia, l'allargamento da ottobre a tutto il Trentino della sperimentazione della riforma del welfare anziani attuata in Giudicarie, Primiero e nel Territorio Val d'Adige (vedi l'Adige di giovedì 8 settembre, ndr), perché «l'attesa è stata lunghissima, con una situazione di limbo che si è protratta troppo a lungo, sfiancando famiglie e anzini». Purin, Lambiase e Luchini aggiungono: «La scommessa, adesso, è mettere i territori nelle condizioni di far funzionare la nuova organizzazione per evitare di creare una scatola vuota, frustrando ulteriormente le aspettative dei cittadini».Per i tre sindacalisti, restano due nodi irrisolti: la dotazione di risorse adeguate e come la nuova organizzazione si integrerà con la riforma dell'assistenza socio-sanitaria prevista dal Pnrr. La dotazione ( 2,13 milioni di euro) del 2018 è ritenuta «del tutto insufficiente», perché «è come se la Provincia non vedesse l'evoluzione che abbiamo davanti: la popolazione invecchia, gli anziani con cronicità sono sempre più numerosi, così come cresce il numero di quanti hanno bisogno di assistenza e continuità della cura». Da qui la richiesta non solo di potenziare le risorse per far funzionare l'Équipe Spazio Argento, ma anche di «aumentare la dotazione del fondo socio-assistenziale previsto nel protocollo di finanza locale per le Comunità di valle con il quale vendono finanziati e riqualificati i servizi a disabile e anziani». Servono quindi «investimenti per rafforzare la sanità territoriale, la domiciliarità e l'assistenza socio-sanitaria». «Urgente un incontro con assessorato e dipartimento» dice Marcella Tomasi, segretaria della funzione pubblica della Uil. Tomasi aggiunge: «Dobbiamo capire "chi fa che cosa" perché all'interno della documentazione che abbiamo recuperato per le vie non ufficiali, non c'è un ruolo preciso né della Comunità di valle, né di Apss, né degli enti pubblici del territorio». Paolo Zanella di Futura fa parte della quarta commissione del consiglio provinciale chiamata ad esprimere un parere sulla riforma. «Oltre ad arrivare con grave ritardo, parte con il piede sbagliato» osserva Zanella «Diversi mesi fa, infatti, la Consulta provinciale per la salute e quella per le politiche sociali avevano chiesto alla giunta di essere audite, alla luce della fine della sperimentazione di "Spazio Argento" e della pubblicazione del report della Fondazione Demarchi che aveva messo in evidenza alcune criticità». Ma nessuno è stato convocato: «Il solito modo di procedere in solitudine, senza alcuna decisione condivisa e senza mai co-progettare con chi dei problemi si occupa e con i portatori di interesse» denuncia Zanella per il quale «è evidente che le risorse per garantire il lavoro di équipe che la riforma del welfare anziani richiede sono del tutto insufficienti».