Alberghi, il rialzo dei costi fa paura. ll presidente di Asat: “Si sta creando una tempesta perfetta”
Battaiola: “Ora, in fase di programmazione, serve attenzione ai prezzi, che non potranno aumentare tanto quanto i costi: dall’anno scorso aumenti del 400 per cento”
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TRENTO. Da una parte la preoccupazione. Che è enorme e cresce giorno dopo giorno. Dall'altra la volontà di non mollare, di affrontare e superare le evidenti difficoltà. Stiamo parlando degli albergatori trentini, delle 1.400 aziende che in vista dell'inverno si trovano in una situazione di grande incertezza.
«Le imprese vogliono aprire, ma abbiamo bisogno di una mano se la situazione resterà questa», spiega il presidente di Asat e Trentino Marketing Gianni Battaiola. Dopo due stagioni all'insegna della pandemia, una saltata a piè pari e l'altra con la scure delle limitazioni in agguato, quest'anno a fare paura sono le spese: bollette alle stelle, ma anche il forte rincaro delle materie prime, mettono a rischio la stagione. Conti e stime alla mano c'è chi potrebbe non farcela ad aprire.
Presidente qual è la situazione?
Sono settimane all'insegna di tantissimi incontri e riunioni. In queste ore sarò a Roma proprio per parlare di questi temi. Attendiamo di leggere il decreto del governo.
Basteranno quei soldi?
Preferisco leggere la versione finale prima di commentare. Certo, se i mesi di riferimento saranno ottobre e novembre si risolve poco per noi, perché in quel periodo siamo chiusi o comunque c'è poca clientela. Gli associati, immaginiamo, sono in agitazione in questi giorni. Abbiamo scritto loro che in questo momento di programmazione stiano attenti a verificare bene i costi: ci vuole grande attenzione prima di lanciare i prezzi della stagione invernale.
Che dovranno aumentare.
Se l'incidenza dei costi è così alta, sì. Bisogna parlare con operatori, perché le decisioni bisogna prenderle ora e poi non si può tornare indietro. C'è anche l'ampio capitolo dei fornitori: oggi nessuno è in grado di garantire nuovi contratti.
Chi sarebbe potuto intervenire e non l'ha fatto?
Ci saremmo aspettati qualche atto più rapido da parte dell'Europa: le percezioni che abbiamo, leggendo anche i giornali, è che non si riesca a trovare un accordo, con ogni Paese che ha le proprie necessità.
Il governo italiano sta cambiando…
Sì e capiamo perfettamente che l'attuale sia in scadenza. Vedremo il nuovo: di qualunque colore sarà la richiesta è che i tempi siano brevi.
La Provincia invece?
Una proposta, a lungo termine, l'abbiamo lanciata: le camere di commercio di Trento e Bolzano hanno chiesto di sfruttare l'autonomia per poter essere una authority interna per l'energia. Ovvero, riassumendo, un percorso per poter fare "in casa" i nostri prezzi.
Se aumenterete i prezzi c'è il rischio che i turisti, a loro volta alle prese con caro bollette e inflazione, non vengano: perché una famiglia in difficoltà per prima cosa taglierà le vacanze…
Per questo si profila la tempesta perfetta: costi che aumentano, potere d'acquisto che diminuisce e un mercato estremamente incerto. La volontà, ribadisco, è quella di aprire. Ma poi bisognerà fare i conti e il rischio di restare chiusi c'è. Oppure potremmo tagliare il servizi, ma anche questa non sarebbe una soluzione.
Ne faccia qualcuno.
Parto da due prodotti: il burro è passato a 4 a 12 euro al chilo. E il petto di pollo da 3,40 a oltre 10 euro. Gli aumenti dell'energia sono nell'ordine del 400% o anche di più rispetto all'anno scorso.
State studiando delle mosse concrete, magari sulle sale ristoranti o sul wellness?
Prendiamo il centro benessere degli alberghi, che è ovviamente molto energivoro. Lo chiudiamo? Ma poi il cliente verrebbe comunque? Oppure lo mettiamo a pagamento, ma alla fine lo sfruttano solo 3 clienti e quindi noi restiamo sia con le spese sia con l'insoddisfazione degli ospiti.