Camera, Sara Ferrari e due colleghi espongono in aula uno striscione contro Fontana: "No a un presidente omofobo pro Putin"
La neodeputata trentina del Pd ha mostrato la scritta insieme a Zan e a Scarpa, per dire no all'elezione del vicesegretario della Lega ed ex ministro della famiglia, veronese, esponente dell'ala ultracattolica del Carroccio. Lo striscione in bella mostra fra i banchi del Pd è stato poi rimosso dal personale d'aula
TRENTO. Appena iniziata la quarta votazione per eleggere il presidente della Camera, questa mattina, i deputati del Pd Sara Ferrari, Rachele Scarpa e Alessandro Zan hanno esposto un grande striscione con la scritta "No a un presidente omofobo pro Putin".
Il riferimento dell'iniziativa che ha visto protagonista anche la neoeletta trentina Sara Ferrari è a Lorenzo Fontana della Lega, su cui di lì a poco si sarebbero uniti i voti della maggioranza di centrodestra.
Il presidente provvisorio Ettore Rosato ha chiesto la rimozione dello striscione ai commessi.
Lorenzo Fontana, vicesegretario del Carroccio ed ex ministro è stato votato anche da Forza Italia.
Il Pd propone il nome di Cecilia Guerra anche alle opposizioni. Azione voterà per Richetti. M5s ha scelto Cafiero de Raho.
"Tra ieri e oggi - spiega Enrico Letta - abbiamo cercato un nome condiviso che potesse andare anche oltre il nostro schieramento. Ho tenuto contatti con gli altri su un profilo autorevole e un nome il meno divisivo possibile. Questo nome è quello di Maria Cecilia Guerra. L'ho comunicato alle altre opposizioni. Non so se saremo in grado di avere il consenso di tutti, alcuni segnali sono stati positivi, ma è stata una mossa nell'interesse collettivo. Questa proposta deve trovare il consenso di tutti noi, dobbiamo dimostrare compattezza. In questo momento bisogna essere uniti e determinati".
Veronese doc, classe 1980, Lorenzo Fontana è vicesegretario responsabile esteri della Lega dal 2016, eurodeputato dal 2009 al '18, quindi eletto deputato.
Nello stesso anno è stato ministro per la famiglia e le disabilità sino al 2019,vicepresidente della Camera e titolare degli Affari europei dal 10 luglio al 5 settembre 2019 nel governo Conte I.
Grande tifoso gialloblù, laureato in Scienze Politiche, Filosofia e Storia , è considerato l'esponente di punta dell'ala dura del partito. Ultraconservatore e tradizionalista, da sempre ha messo in primo piano nella sua attività politica la sua fede cattolica, in prima fila contro l'aborto, le unioni civili, la cosiddetta teoria gender, il matrimonio tra omosessuali e a difesa delle radici cristiane dell'Europa.
In un convegno dell'associazione Pro Vita Onlus disse che i matrimoni gay e la teoria del gender, da un lato, e l'immigrazione di massa dall'altro, "mirano a cancellare la nostra comunità e le nostre tradizioni" paventando il rischio di "cancellazione del nostro popolo".
Basta scorrere il suo account twitter per capire la sua vicinanza alla storia della Chiesa e dei santi. Quasi ogni gionro twitta il santo del giorno allegando una sua foto e una bereve nota esplicativa. Pochi giorni fa, il 7 ottobre, ha celebrato l'anniversario della battaglia di Lepanto. Quel giorno, sono le parole di Fontana, la Lega Santa riportava la vittoria "contro l'avanzata ottomana.
L'Europa cristiana - aggiunge - fiera della sua identità, otteneva una straordinaria vittoria. Oggi si ricorda la Madonna del Rosario". Due giorni prima, rese omaggio alle vittime della strage in Mozambico: "Colpevoli di essere cristiani e per questo sgozzati da terroristi. Il giorno dopo l'omicidio di suor Maria de Coppi, altro sangue di cristiani, scorre in Mozambico".
Ma Fontana ha posizioni nette anche in politica estera. Pochi giorni dopo il voto criticò le parole del presidente Biden.
"Probabilmente, il presidente democratico, è consapevole di quanto accadrà nelle elezioni di metà mandato, dove i patrioti Repubblicani vinceranno", twittò commentando le parole di Joe Biden, quando dopo l'affermazione del centrodestra disse: "Avete visto cosa è accaduto in Italia, non possiamo essere troppo ottimisti".