Comunità di valle, indennità su del 20 per cento e il sindaco di Trento passa da 9.432 a 11.040 euro al mese
I presidenti delle Comunità più popolose (Alta Valsugana e Bernstol, Alto Garda e Ledro, Vallagarina) si vedranno aumentare l’indennità da 3.533 euro lordi al mese a 4.239 euro (1.695 euro per il vicepresidente e 1.272 euro per gli altri componenti)
SINDACI Retribuzioni più alte
TRENTO. Dal gennaio prossimo le indennità di carica del presidente e dei componenti degli organi esecutivi delle Comunità di valle della Provincia di Trento saranno aumentate del 20 per cento, con eventuale arrotondamento all'unità inferiore, fermo restando che in materia di cumulo si applicano le disposizioni della legge provinciale (molti presidenti sono anche sindaci).
L'onere della maggiore spesa calcolato in 300.000 euro annui sarà sostenuto dalla Provincia di Trento. Lo prevede il disegno di legge di stabilità regionale licenziato dalla giunta guidata da Maurizio Fugatti, insieme al bilancio di previsione 2023 e alla collegata (presto arriverà in commissione).
Insomma, la maggioranza di centrodestra (la norma riguarda solo il Trentino), non solo non ha abolito le Comunità di valle, come aveva promesso in campagna elettorale, ma con questa norma ha deciso di aumentare i costi dei vertici politici dell'ente intermedio, così come ha aumentato le indennità dei sindaci e degli assessori comunali.
Quindi i presidenti delle Comunità più popolose (Alta Valsugana e Bernstol, Alto Garda e Ledro, Vallagarina) passeranno da una indennità di 3.533 euro lordi al mese a 4.239 euro (1.695 euro per il vicepresidente e 1.272 euro per gli altri componenti). I presidenti di Valsugana e Tesino, Giudicarie, val di Non, Rotaliana-Königsberg passano da 3.212 euro a 3.854 euro (1.542 euro ai vice e 1.156 per gli altri). Le indennità per i presidenti di Val di Fiemme, Primiero, val di Cembra, val di Sole, Comun General de Fascia, Altipiani Cimbri, Paganella, Valle dei Laghi passa da 2.891 a 3.469 (1.387 euro ai vice e 1.040 euro).
Nel luglio scorso il consiglio regionale, nella legge di assestamento di bilancio aveva previsto consistenti aumenti delle indennità dei sindaci, tra il 18% e il 47%, in particolare per quelli dei comuni più piccoli, con la motivazione dell'adeguamento alle cifre previste dalla norma nazionale per i piccoli comuni delle altre regioni. Solo per la Provincia di Trento l'aumento delle indennità degli amministratori comunali comporta un aggravio di costi di 2,9 milioni di euro per il 2023 e di 3 milioni di euro per il 2024.
Per i comuni fino a 500 abitanti, dove le indennità per il sindaco oscillavano tra i 1.140 e i 1.266 euro lordi al mese, si arriva a 2.210. Nei comuni da 501 a 2.000 abitanti si arriva a 2.747 (il massimo era 2.252); dai 2.001 ai 3.000 abitanti, i compensi lordi mensili dei sindaci toccano i 4.152 euro (erano 3.519). I primi cittadini dei comuni dai 3.001 ai 5.000 abitanti prenderanno 4.294 euro (erano 3.520) mentre chi amministra una cittadina dai 5.001 ai 10.000 abitanti potranno vedersi riconoscere un'indennità massima di 5.549 euro (era di 3.801).
Per il sindaco di Trento l'indennità passa da 9.432 a 11.040 euro. La manovra di bilancio regionale prevede, tra le varie norme, anche la soppressione del primo articolo della legge 3 approvata nel maggio scorso relativa al Piano triennale di riassetto delle partecipazioni pubbliche, che ad avviso del Governo è incostituzionale. Si eviterà così l'ennesimo contenzioso. Salva, invece, la norma sui compensi per i vertici di A22.