Anche nella nostra provincia è emergenza camionisti: ne mancano almeno un migliaio
Nemmeno il corso gratuito per la patente funziona. Gli artigiani: “Sicuri che questa situazione andrà a peggiorare, perché non c'è più nessuno che vuole fare questo lavoro”
L'ALLARME Non si trovano camerieri e cuochi
TRENTO. «Autotrasporto merci a rischio stop, caccia a 17mila camionisti», titolava negli scorsi giorni il Sole 24 Ore in un'intervista al presidente di Confetra (Confederazione generale dei trasporti) Carlo De Ruvo. In Trentino, secondo un calcolo delle associazioni di categoria di Artigiani e Confindustria, ne mancherebbero almeno un migliaio.
Andrea Gottardi, responsabile del settore di Confindustria -24 aziende con 5mila dipendenti - sottolinea come «trovare autisti con passione per il loro lavoro è sempre più difficile». Sono soprattutto le tipologie dei trasporti internazionali e degli alimentari ad essere in pesante carenza.
«Nel primo caso perché non c'è personale disposto a rimanere lontano da casa anche per una quindicina di giorni, nel secondo perché c'è da lavorare anche il sabato e la domenica per i supermercati e la ristorazione». Gottardi spiega che con Agenzia del lavoro e Provincia si è tentato di provare ad arginare il problema offrendo corsi gratuiti per ottenere al patente E ai disoccupati. Il risultato è stato positivo, nel senso che un centinaio di persone hanno aderito e ottenuto il brevetto.
«Il problema - insiste Gottardi - è che nel frattempo c'è chi ha trovato altre occupazioni e sui camion non ci è più salito. D'altronde per guidare un camion non basta la patente: serve passione, capacità di sacrificio e di stare lontano da casa. Una volta quando c'erano meno possibilità di lavoro e la differenza di stipendio con un manovale era sostanziosa lo si faceva, ma ora non è più così».
Anche la guerra in Ucraina ha peggiorato la situazione, visto che ha tolto dal mercato parecchi autisti che sono ritornati in patria a combattere. E quella degli autisti ucraini era una fetta importante del mercato visto che, per un accordo tra Kiev e Varsavia tante ditte ucraine avevano spostato la sede in Polonia per ottenere lo status comunitario dei camionisti.
Sulla stessa linea Roberto Bellini, degli Artigiani, che rappresenta circa 430 piccole imprese. «Possiamo tranquillamente dire che ognuna delle nostre ditte se ce ne fosse la possibilità, assumerebbe un altro autista e forse più, ma la penuria di personale sta toccando livelli che non si erano mai visti prima. E sono sicuro che questa situazione andrà a peggiorare, perché non c'è più nessuno che vuole fare questo lavoro. Da quando si sono aperte le frontiere la qualità del lavoro è sceso e invece aumentate problematiche e responsabilità, impegni, burocrazia. Senza dimenticare che sulla strada ci sono sempre più pericoli e incognite».
Bellini riporta un dato raggelante: «Ci sono aziende che hanno tolto le assicurazioni dai camion perché non c'è nessuno che li porta in giro, nonostante ci sia sempre più richiesta di autotrasporto perché non esistono più magazzini e tutti i rifornimenti avvengono just in time. Credetemi: ancora di più dei costi del carburante quello degli autisti è il problema più grosso perché è irrisolvibile».