Trento / Mobilità

L'ascensore porterà dalla città a Mesiano in 80 secondi, ma oggi a piedi dalla salita Manci ne servono sei

Si tratta di un percorso alternativo per raggiungere la collina e il dipartimento di ingegneria, da in fondo a via Grazioli. Già negli anni Novanta si parlava in Comune del progetto di un sistema di collegamento fra la città e il sobborgo: all'epoca, proprio incamminandosi sulla salita Manci, il consigliere maratoneta Marco Patton protestò contro un'opera che riteneva troppo impattante e costosa (serviranno oltre cinque milioni di euro)

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Salita Manci, alternativa ecologica per andare a Mesiano
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di Franco Gottardi

TRENTO. È poco conosciuta anche dai trentini, defilata e un po' nascosta, ma per raggiungere Mesiano e la facoltà di ingegneria c'è un'alternativa all'auto, al viaggio in autobus tipo scatola di sardine o al futuro ascensore inclinato da 5,3 milioni di euro.

È la salita Manci, una stradina che dalla cima di via Grazioli, proprio sotto il convento dei Francescani, porta all'ingresso della sede collinare dell'Università. È un'alternativa ecologica e sorprendentemente rapida: 6 minuti di passeggiata a passo normale, molto meno se si sale in bicicletta o in monopattino.

Di collegamento fra la città e Mesiano si discute da trent'anni e uno dei progetti che avevano fatto scalpore l'aveva lanciato negli anni Novanta Silvano Grisenti, all'epoca assessore comunale ai lavori pubblici, che aveva proposto di realizzare una cabinovia leggera che da piazza Venezia avrebbe dovuto raggiungere Mesiano risalendo lungo via Grazioli per poi attraversare il Fersina e inerpicarsi sulla collina.

All'epoca in consiglio comunale sedeva Marco Patton, il barbiere maratoneta, che per protestare contro quel progetto troppo costoso e impattante aveva inscenato una provocazione: si era messo in spalla uno zaino pieno di libri e si era incamminato a passo da montanaro lungo via Grazioli imboccando la salita Manci; aveva dimostrato che in 11 minuti dalla città si poteva raggiungere la meta.

Salita Manci, alternativa ecologica per andare a Mesiano

Defilata e un po' nascosta, permette di raggiungere Mesiano e la facoltà di ingegneria: un'alternativa all'auto, al viaggio in autobus tipo scatola di sardine o al futuro ascensore inclinato da 5,3 milioni di euro. È la salita Manci, una stradina che dalla cima di via Grazioli, proprio sotto il convento dei Francescani, porta all'ingresso della sede collinare dell'Università

All'epoca Patton aveva voluto dire che spendere miliardi (di lire) per scarrozzare ragazzi di vent'anni in collina sarebbe stato uno spreco.

«Una passeggiata prima delle lezioni fa bene al fisico e alla mente», diceva. Un ragionamento che può avere un senso anche adesso. Non per dire che i mezzi pubblici sono inutili, perché come mostra l'accalcamento quotidiano evidentemente camminare non è da tutti e i mezzi pubblici servono, ma quantomeno per ricordare l'esistenza di una alternativa piacevole che fa bene alla salute, all'ambiente e al portafogli.

E la salita Manci piacevole lo è sul serio. Nella parte iniziale la strada è asfaltata. Superato il convento si può prosegue tra due parapetti in pietra superando il torrente Fersina sul Ponte Cornicchio, sopra alla storica centralina idroelettrica nota per essere stata la prima in Europa a dare energia a un sistema di illuminazione pubblica. Dopo il ponte la salita diventa sentiero, con fondo in acciotolato e larghi scalini di lato.

Al secondo tornante chi sale pedalando può lasciare la bici agganciata ad una rastrelliera e farsi il pezzo più ripido, un centinaio di metri, a piedi. In un attimo si raggiunge la cima e si sbuca a lato strada, a venti metri dall'ingresso dell'Università. Con poca fatica, godendosi una splendida vista verso la Paganella, senza pagare biglietti e senza accalcarsi. Una opzione decisamente interessante.

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