Giustizia / L’intervista

Nomina al Consiglio superiore della magistratura, l’emozione di Claudia Eccher

L’avvocata trentina di Matteo Salvini: «La prima telefonata ricevuta è stata quella di Daria de Pretis. Quella fatta? A mio padre. Orgogliosa di servire il mio Paese»

di Mara Deimichei

TRENTO. La prima telefonata fatta è stata al padre Claudio. La prima telefonata ricevuta è stata quella di Daria de Pretis, giudice della corte costituzionale sua relatrice per la tesi di laurea in Giurisprudenza a Trento.
Da martedì pomeriggio l'avvocata Claudia Eccher è nella centrifuga delle nomine per i membri laici del Csm fra congratulazioni e vita (professionale) da organizzare. «Sono onorata di questa nomina - spiega il neo membro laico fra un appuntamento di lavoro e l'altro - e sono felice anche dei 519 voti che ho ricevuto. Significa che in tanti mi hanno dato fiducia e questo aumenta ancora di più le mie responsabilità. Adesso inizia un periodo di studio e di approfondimento su regolamenti e altri aspetti della nomina, non amo improvvisare. Mai». Figlia del professor Claudio Eccher, moglie dell'ex senatore Sergio Divina, legale dell'attuale ministro Matteo Salvini.
Le pesa essere etichettata in questi modi?
Non è un peso nessuna di queste relazioni, la mia famiglia è una gioia e un orgoglio, l'esperienza professionale come avvocato di Salvini è stata straordinaria. Se la scelta è finita sul mio nome è per il lavoro che ho svolto. Mi è stato chiesto di presentare la mia candidatura all'incarico di membro laico dei Csm. Una richiesta che ho accolto con orgoglio ed emozione. Poi c'è stata la votazione e l'ampio consenso sul mio nome è una cosa che mi gratifica per quanto fatto.
Come è stata la giornata di martedì, quella della votazione?
Come detto ho presentato la mia candidatura e ho continuato a fare il mio lavoro. Poi martedì pomeriggio, saranno state le 15, mi telefona il ministro Salvini per informarmi che il mio è fra i 10 sui quali era stato raggiunto l'accordo. E quindi "era fatta".
La mia prima telefonata?
A mio papà, non poteva essere a nessun altro.
Lei ha uno studio a Trento. Lo dovrà lasciare per il periodo in cui sarà in carica al Csm. Cosa succederà?
Lo studio non chiuderà. Ci sono i colleghi, i collaboratori che porteranno avanti il lavoro, io dovrò sospendermi dall'albo. Quando il mio incarico scadrà tornerò a fare l'avvocato.
Con quale spirito di appresta ad andare a prendere il suo posto al palazzo dei Marescialli?
La cosa che mi rende più orgogliosa e felice è di poter fare qualcosa per il mio Paese. Mi è stata data una grande opportunità alla quale mi approccio con umiltà e in maniera seria.

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