Duro il presidente Fugatti dopo l'attacco di Rabbi: «Abbattiamo gli orsi pericolosi»
L’ira del presidente della Provincia Autonoma di Trento dopo l’aggressione di un plantigrado in val di Rabbi, ai danni del 39enne Alessandro Cicolini: «Inaccettabili gli attacchi ad escursionisti che non hanno comportamenti azzardati. Dobbiamo limitare il numero, impensabile avere 150 o 200 orsi»
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TRENTO. «Se il responsabile dell'aggressione in Val di Rabbi risultasse essere un esemplare già in passato problematico, ad esempio Jj4, non avrei dubbi sull'abbattimento». Il presidente della Provincia Maurizio Fugatti è drastico: «L'unico modo per poter gestire gli orsi in Trentino è permetterci di liberarci degli esemplari che rappresentano una minaccia, per l'uomo o gli allevamenti».
«Gli orsi sono tanti, sono già troppi, se pensiamo che siamo già oltre quota cento e all'avvio del progetto Life Ursus si parlava di quaranta esemplari. Già questo è un problema, ma la maggior parte degli orsi non è confidente e non rappresenta un problema per la convivenza. Fondamentale, però, è che ci venga data mano libera per liberarci degli animali che rappresentano un problema. Trasferendoli altrove o abbattendoli».
Fugatti, all'indomani dell'aggressione sopra Pracorno, è preoccupato:
«Certo che lo sono. Quanti sono ormai i casi? Sette? Ecco, fossero anche cinque o meno, c'è da preoccuparsi».
Presidente, il progetto Life Ursus non l'ha mai convinta.
«Non è vero. Non mi convincono le realtà diverse dalle promesse: ci avevano detto che la reintroduzione dell'orso non avrebbe creato problemi, che sarebbe stato tutto bellissimo. Invece? Gli orsi non dovevano essere più di quaranta e sono cento. E i problemi ci sono. Non è tutto né bello né facile, questi episodi, ormai ricorrenti, smentiscono le favole con cui era stato dato il via al progetto».
Sul progetto però non si può tornare indietro.
«Certo e nessuno ha intenzione di farlo. Però e sottolineo il però, ci permettano almeno di risolvere i problemi, proprio per far sì che la situazione continui a essere gestibile».
Dicendo «ci permettano», intende gli animalisti?
«Certo, ma mica solo quelli. Abbiamo scoperto che ci sono fior di animalisti anche nei tribunali. Gente che non sa cosa vogliano dire le problematiche della convivenza tra uomo e animali e ci dice cosa fare o non fare».
La ricetta è abbattimento subito per gli orsi problematici?
«Anche qui, questo è quello che vuole far credere chi magari in un bosco non c'è neppure mai stato, forse in vacanza. No: i modi per eliminare gli esemplari problematici sono tanti. Spostarli, ad esempio: già il fatto che ci abbiano permesso di trasferire Dj3 in Germania e in M57 in Ungheria. Certo, nei casi più gravi, credo non debba essere un problema procedere con gli abbattimenti».
Se in Val di Rabbi l'altro ieri (domenica 5 marzo) a vagare fosse stata l'orsa Jj4, sarebbe spacciata, insomma.
«Fosse per me si. Ma servirà attendere le analisi prima di capire cosa fare. Si deve capire se l'orso era già noto e monitorato. In quel caso, se ad esempio fosse davvero Jj4, per me partirebbe l'ordine di abbattimento. Ma stiamo facendo filosofia, perché nei fatti sarebbe invece necessario confrontarsi con l'Ispra e vedere che fare. Se poi invece fosse un orso già noto ma finora pacifico, andrebbe cercato e radiocollarato. Lo stesso varrebbe se fosse un esemplare non noto. Sarebbe necessario andare a individuarlo e poi dotarlo di radiocollare per capire se si è trattato di un comportamento aggressivo isolato o se invece il rischio è che la cosa si ripeta».
Presidente, eliminare le criticità renderà gestibile la convivenza tra uomo e orso?
«Non lo so, lo dico candidamente. So che è inaccettabile che una persona venga aggredita da un orso quando si comporta correttamente, come mi pare sia il caso della Val di Rabbi. Nessuna mossa azzardata, nessuna imprudenza, cane al guinzaglio. Ecco, in casi gravi come questo il problema va eliminato. Poi però c'è il discorso nei numeri. Già siamo oltre il doppio di quanto ci avevano raccontato e, soprattutto, stando al rapporto grandi carnivori, il rapporto di incremento viaggia sul 10%. Non possiamo ritrovarci tra qualche anno con 150 o 200 orsi».