Coronavirus: scandalo dei green pass facili in Trentino, l'udienza è stata posticipata in autunno
L'inchiesta sul presunto "mercato" delle false positività o negatività ai tamponi: l'udienza preliminare in tribunale nel capoluogo si è chiusa con il rinvio al prossimo 24 ottobre. Numerosi clienti hanno già fatto capire che opteranno per il patteggiamento o il rito abbreviato
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TRENTO. Tutto rinviato ad ottobre. L'udienza preliminare sul caso dei falsi tamponi, che vede coinvolto come promotore del "mercato" delle false positività o negatività Gabrielle Macinati, la moglie, tre collaboratori e con lui decine di clienti che avrebbero usufruito delle offerte proposte per poter ricevere il green pass, si è chiusa con il rinvio al prossimo 24 ottobre.
L'ultima udienza, in tribunale a Trento, è stata dedicata alla costituzione delle parti e alla scelta del rito. Numerosi i clienti che hanno già fatto capire che opteranno per uscire dal procedimento tramite il patteggiamento o optando per l'abbreviato.
Per quel che riguarda Macinati, ancora non è stato deciso quale linea adottare. Quella della richiesta del patteggiamento è solo una delle ipotesi sul tavolo, tutte da valutare, come ha spiegato il suo legale Giuliano Valer.
Uno dei terreni sul quale si giocherà la partita riguardo a una vicenda che aveva destato grande clamore in Trentino nei mesi difficili della lotta al Covid sarà probabilmente quello dei risarcimenti anche se molto sarà importante valutare le ripercussioni per i lavoratori che avevano deciso di rivolgersi consapevolmente a Macinati.
Nel caso di dipendenti pubblici, qualunque fosse l'esito del processo al di là dell'ipotesi assolutoria, potrebbero sulla carta rischiare anche il posto di lavoro. Se ne riparlerà, ad ogni modo, in autunno quando si tornerà in aula.