Addio a Salim, l'anima della sartoria sociale "Officina de l'ùcia": era arrivato dalla Guinea 7 anni fa
Salim si è spento a causa di una grave malattia che lo ha portato via in pochi giorni, lasciando la madre e due figlie. Il ricordo del Centro Astalli: “A 30 anni ha vissuto sulla pelle la violenza del confine e la barbarie di un sistema infame che tiene le persone appese a un documento”
BRENTONICO. Si è spento Salim, ucciso da una grave malattia che lo ha portato via in pochi giorni. Lui, originario della Guinea, si era stabilito in Trentino 7 anni fa, e da pochi mesi aveva trovato la sua serenità a Besagno di Brentonico, lasciando un vuoto profondo non solo nei cuori della madre e delle due figlie, ma anche di un’intera comunità. Per anni Salim è stato l'anima della sartoria sociale "Officina de l'ùcia" di Trento, prima al Centro Sociale Bruno e poi in una struttura dell’associazione Centro Astalli Trento, dove ha prestato servizio come volontario e come socio.
"Molti di noi e di voi in questi anni hanno girato con le sue borse – scrive il Centro in un messaggio sui social – le sue mascherine coloratissime, le sue creazioni stravaganti. La sua sartoria sociale non è stata solo uno spazio di creatività, ma luogo di incontri, amicizie e sorrisi. Tanti. Salim a 30 anni ha vissuto sulla pelle la violenza del confine e la barbarie di un sistema infame che tiene le persone appese a un documento. Tuttavia da pochi mesi aveva trovato pace e serenità, a Besagno di Brentonico. Ma questa terra non ha voluto essergli gentile".
Per Salim e la sua famiglia è stata lanciata anche una raccolta fondi su Gofundme perché la salma sia trasferita nel suo paese di origine, “per stare vicino a sua moglie e alle sue due piccole figlie”.
“Qui aveva non solo trovato una stabilità e un lavoro – viene scritto nel testo della raccolta fondi – ma aveva anche intessuto una rete sociale così ricca da fare della nostra provincia la sua seconda casa. Un male repentino lo ha portato via, sottraendo a noi un amico prezioso e alla sua famiglia un affetto insostituibile. Le parole sono di poco aiuto nel raccontare il suo sorriso contagioso e la sua creatività, che sono impresse nella memoria di chi lo ha incontrato”.
“Ha dedicato un anno della sua vita in Italia al Servizio Civile Provinciale – prosegue il testo in suo ricordo – Abbiamo visto la gigantografia di una sua foto sui palazzi e sugli autobus di Trento a sponsorizzare questa opportunità per i giovani. Ha girato il Trentino e l'Italia per mercati e fiere, portando in giro le sue creazioni: vestiti, borse e zainetti, pensati per unire i colori dell'Africa, il riuso di vecchi materiali e lo stile italiano. Amava lavorare la terra e negli ultimi anni si era trasferito a Besagno dove viveva e lavorava assieme a Nicola e Maria dell'azienda agricola La Bis. Salim era arrivato come un dipendente ma, tra caffè e racconti della sua amata Guinea, era diventato un figlio e un fratello. Studiava la teoria della patente, progettava di iscriversi alla Sat locale per conoscere meglio il suo Trentino e le sue montagne, coltivava nuove amicizie a Brentonico e Mori”.
L’amore poi per il ballo e per il canto. “Cucinava piatti deliziosi, faceva domande, raccontava storie, Salim era così entusiasta e curioso del mondo che era proprio un piacere stargli accanto. Ci ha permesso di farlo anche durante tutto il breve periodo della sua malattia. Salim sorrideva sempre e adesso ci sorriderà da lassù”.