Economia / L’evento

Bonomi chiude il Festival: “Subito le riforme che servono all'Italia, i soldi ci sono”

Il presidente di Confindustria: “Un voto all’esecutivo Meloni? Non diamo i voti ai governi, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Noi giudichiamo nel merito dei singoli provvedimenti. Non diamo voti, i giudizi li danno gli italiani"

TRENTO. Servono le "riforme che il Paese attende da 35 anni. Oggi le risorse per farlo ci sono, non ci sono più scuse", dice il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, dal Festival dell'Economia di Trento. E sottolinea: "Non si stanno affrontando quelle riforme che tutti noi auspicavamo che venissero affrontate senza indugio: la riforma della giustizia; abbiamo la delega fiscale che è un primo passo ma non è quella riforma fiscale organica che speravamo; una riforma del lavoro a 360 gradi concentrata sulle politiche attive, di cui non vediamo ancora traccia anche nell'ultimo decreto lavoro. La strada è ancora lunga sulle riforme". 

Un voto al governo Meloni? "Confindustria non dà i voti ai governi, non lo abbiamo mai fatto e mai lo faremo. Noi giudichiamo nel merito dei singoli provvedimenti, quindi quando ci sono dei provvedimenti che ci convincono diciamo che sono positivi, quando ci sono dei provvedimenti che non ci convincono diamo un esito negativo. Noi restiamo sempre nel merito dei provvedimenti. Non diamo giudizi, i giudizi li danno gli italiani".

L'attenzione all'Africa, il piano Mattei? "Il piano Mattei non lo posso commentare perché non l'ho ancora visto, l'ho sentito enunciare parecchie volte ma non ho ancora avuto la possibilità di vederlo. Detto ciò - dice Bonomi - ci si dimentica che anche l'anno scorso abbiamo fatto il record storico di esportazioni, 600 miliardi, 90% dall'industria manifatturiera: segno evidente che noi nel mondo con la valigetta ci viaggiamo tutti i giorni".

"Avremmo bisogno di un fondo sovrano europeo", avverte il presidente di Confindustria. Nello scenario europeo, rileva, quanto alla Germania "anche gli ultimi dati dicono che è in forte rallentamento, in recessione tecnica, questo non vuol dire che non ci sarà un recupero verso la fine dell'anno ma è chiaro, evidente che il loro modello è in crisi e quindi stanno cercando una nuova dimensione. Per anni avevano appoggiato la forza della loro industria sul fatto che ricevevano energia, in questo caso gas russo, a un prezzo molto competitivo. Si erano sbilanciati fortemente sul mercato cinese.

Tutto ciò sta iniziando a mancare. E c'è anche il cambiamento di governo. Tutto questo è andato in crisi e questo non ci deve però far star tranquilli perché sappiamo benissimo quanto l'industria italiana è inserita nelle catene del valore aggiunto".

Ed "I francesi, anche loro - evidenzia il leader degli industriali - , non stanno andando molto bene, ma anche qua dobbiamo dire che non è che mal comune fa mezzo gaudio, anzi ci preoccupa perché se guardiamo i dati commerciali verso la Francia stanno migliorando tantissimo a favore degli italiani negli ultimi anni".

Bonomi sottolinea: "Quindi avere due partner europei che in questo momento stanno zoppicando, non ci aiuta. Certo è che l'industria italiana dimostra di essere forte di aver fatto i compiti a caso ma, come dico costantemente, non è uno stato di grazia che ci viene garantito. Abbiamo la necessità di interventi di politica industriale europei".

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