Pediatri, polemiche dopo gli aumenti ai gettonisti: “1.300 euro a turno, costi da Corte dei conti”
È durissimo il commento della Uil per gli incrementi alle retribuzioni dei professionisti che andranno a tamponare le emergenze nei punti nascita di Cles e Cavalese: «Per una settimana di lavoro al mese ai gettonisti daremo più di 10 mila euro) per un servizio che ormai è platealmente di pura facciata. Intollerabile”
IL CASO Cles e Cavalese, più soldi ai pediatri in libera professione
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LA STORIA «Ecco perché ce ne siamo andati a lavorare a Bolzano»
TRENTO. «A questo punto la vicenda dovrebbe interessare la magistratura contabile: la sanità pubblica non può essere strumento, peraltro a spese dei contribuenti, di battaglie politiche demagogiche di così basso livello». È durissimo il commento della Uil, per voce del segretario Walter Alotti e del segretario della sezione sanità Giuseppe Varagone, alla notizia dell'ulteriore aumento di compenso (1.300 euro per un turno di dodici ore) per i pediatri gettonisti che andranno a coprire i turni nei punti nascita di Cles e Cavalese.
«Questa notizia crea scalpore: il costo (per circa una settimana di lavoro al mese i libero professionisti guadagnano più di 10 mila euro) per un servizio che ormai è platealmente di pura facciata, è francamente intollerabile, anche perché si configura, all'avvicinarsi delle elezioni provinciali, come una banale mossa di propaganda politica della giunta Fugatti, peraltro incapace di rallentare il decadimento e la privatizzazione manifesta del Servizio sanitario provinciale. Queste risorse vengono poi spese per tenere in piedi gli ormai imbarazzanti servizi "punti nascita" di Cles e Cavalese, platealmente sotto utilizzati e sempre meno giustificati e giustificabili. Ci chiediamo poi come mai i punti nascita di Arco, Tione e Borgo, a differenza di Cles e Cavalese sono stati chiusi tempestivamente?».
I sindacalisti aggiungono: «Un altro tema che vogliamo evidenziare all'opinione pubblica è quello delle liste d'attesa: siamo davanti ad un'Azienda sanitaria incapace di dare risposte a tutti quei cittadini che ne hanno di bisogno. Basti pensare che i tempi per poter accedere ad una visita specialistica o per un esame strumentale (RX, Prelievi, Risonanza Magnetica ecc.) sono diventati insostenibili, tranne che gli stessi si rechino in strutture private, opportunamente convenzionate, pagando di tasca propria».
Nel frattempo la Provincia, attraverso una nota stampa, esulta: il report pubblicato dal ministero della salute con i risultati del monitoraggio dei Livelli essenziali di assistenza, calcolati con il nuovo sistema di garanzia, pone infatti il Trentino nelle prime posizioni della classifica, con Emilia Romagna e Toscana.
Complessivamente, nell'anno 2021, Trentino, Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Umbria, Marche, Lazio, Abruzzo, Puglia e Basilicata registrano un punteggio superiore a 60 (soglia di sufficienza) in tutte le macro-aree.
«Si tratta di un nuovo riconoscimento per la sanità trentina che giunge dopo due anni complicati dalla pandemia - ha commentato l'assessora Stefania Segnana - e che, ancora una volta, ci rende orgogliosi del nostro sistema e dei nostri professionisti».Ancora Segnana, con i risultati specifici nelle tre aree di riferimento: «In particolare preme evidenziare che, per il Trentino, la valutazione dell'area Prevenzione collettiva e sanità pubblica per il 2021 si attesta su un punteggio pari a 92,55, ampiamente sopra la soglia di adempienza, come anche per l'area Ospedaliera, che ha un punteggio di 96,52. L'area Distrettuale, invece, sfiora il punteggio di 80, ovvero 79,33».