Materne aperte a luglio, la protesta continua: "Maestre usate come baby-sitter"
Anche ieri una iniziativa (promossa da Onda) davanti al palazzo della Provincia, in piazza Dante a Trento: grembiuli a terra a sottolineare la differenza tra "assistere e educare"
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TRENTO. Al via tra le polemiche. Nella giornata di ieri è ufficialmente iniziato l'undicesimo mese di lavoro delle insegnanti nelle scuole materne trentine.
Ma non è stato un avvio tranquillo. E non poteva essere altrimenti, considerato che la discussione si protrae oramai da mesi. Anzi, da anni. E quindi ieri, sotto al palazzo della Provincia in piazza Dante, un piccolo gruppo di rappresentanti del mondo scolastico e di Onda - la forza politica che ha promosso la manifestazione - si sono riuniti per sottolineare nuovamente la contrarietà alla riforma proposta e difesa dall'assessore provinciale Mirko Bisesti.
Per rafforzare il concetto, oltre un centinaio di grembiuli (non la "divisa" ufficiale della maestre, ma dal grande valore simbolico) sono stati appoggiati a terra, con uno striscione volto a evidenziare la sostanziale differenza tra "assistere e educare".
Questo il messaggio ribadito anche dall'esponente di Onda in consiglio provinciale, Filippo Degasperi, che recentemente ha definito il servizio di apertura in luglio più come un "babysitteraggio" rispetto ad un reale processo di educazione e formazione per bambine e bambini. Di contro, i portavoce della protesta hanno posto l'attenzione su un altro fatto: con la riforma scolastica e l'apertura in luglio di nidi e materne, sono state di fatto "soppresse" tutte le altre attività, dalle colonie a quelle delle associazioni.
«Già il fatto che a questa manifestazione non abbiano potuto partecipare le dirette interessate, proprio perché al lavoro, la dice lunga sulla situazione attuale. Con questo dimostrano grande senso di responsabilità, ma la protesta prosegue», ha detto Gloria Canestrini, capolista di Onda.
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