Bypass a Trento Nord, M5S all'attacco: «Prescrizioni non rispettate, Salvini intervenga su Rfi»
La deputata Pavanelli in un’interrogazione parlamentare richiama la mancata caratterizzazione ambientale ante operam per le aree inquinate, evidenziata anche dalla Provincia. C’è il rischio di non rispettare i tempi di realizzazione: «Va garantito il rispetto delle scadenze e delle prescrizioni, per assicurare la tutela della salute pubblica»
NODO Ecco le analisi Rfi sulla Marzola: «Roccia e sorgenti, non ci sono rischi»
ROVERETO Bypass ferroviario, ipotesi tunnel da Marco a Besenello
GARANZIE Il fronte del no chiede tre impegni concreti a tutela della salute
TRENTO. Cosa ha intenzione di fare, il ministro Matteo Salvini, riguardo alla realizzazione del bypass ferroviario di Trento e, in particolare, al ruolo di Rete ferroviaria italiana e agli obblighi non rispettati e al rischio di sforamento dei termini nella realizzazione della grande opera?La questione arriva in parlamento, con una interrogazione depositata ieri da Emma Pavanelli, deputata del Movimento 5 Stelle.
Articolata la premessa al sollecito rivolto al ministro delle infrastrutture e dei trasporti. La deputata, che fa parte della commissione attività produttive, commercio e turismo della Camera, ricorda che con ordinanza del 29 luglio la Procura della Repubblica di Trento ha posto sotto sequestro circa un ettaro di superfiDi fronte a tutto ciò, «è pacifico» sostiene la deputata «che diventi sempre più probabile lo sforamento dei terminicie all'interno del cantiere della realizzanda circonvallazione e che «il responsabile del progetto, l'ingegner Damiano Beschin, è stato iscritto sul libro degli indagati fra gli altri per il reato di disastro ambientale».
Il sequestro dell'area, aggiunge la deputata pentastellata, «è avvenuto dopo che i comitati che negli ultimi anni hanno espresso la loro contrarietà rispetto all'attuale progetto della circonvallazione, segnalando la pericolosità dei lavori di costruzione di tale opera dentro le aree inquinate di Trento Nord, hanno presentato un esposto alla magistratura evidenziando non solo il mancato rispetto, da parte di Rfi, delle prescrizioni che sono parte integrante delle procedure per poter realizzare l'opera, ma veri e propri movimenti di terra che con dette prescrizioni apparirebbero in netto contrasto».
Pavanelli cita anche la lettera inviata al direttore generale del Mase (Ministero dell'ambiente e della sicurezza energetica), dal presidente della Provincia, Maurizio Fugatti, che evidenziava come «Rfi non intendeva operare la "caratterizzazione ambientale" di quelle aree ma riteneva di poter operare con una semplice "caratterizzazione a rifiuto" e riaffermava la volontà della giunta a che la caratterizzazione ambientale venisse realizzata».
La deputata, quindi, ricorda le quattro prescrizioni collegate al progetto del bypass per le aree di Trento Nord. La prima è l'«obbligo di caratterizzare tutti i terreni movimentati nel Sin (condizione n. 7 della Commissione tecnica Pnrr Pniec). Tale prescrizioni doveva essere realizzata ante operam e prima della progettazione esecutiva». La seconda è l'«obbligo di caratterizzazione dell'areale ferroviario e sotto i binari ai sensi del comma 694 dell'art. 1 della legge di bilancio dello Stato 2023-2025 con il quale il Parlamento ha stanziato 2 milioni di euro». Un'altra prescrizione è quella (la numero 3) della Commissaria straordinaria per il corridoio del Brennero, «che obbliga alla caratterizzazione ambientale l'ex Scalo Filzi, obbligo che doveva essere ottemperato ancora prima della cantierizzazione». E c'è pure il Prg che «obbliga alla caratterizzazione di tute le aree limitrofe all'ex Sloi e Carbochimica».Alla deputa risulta che «Rfi non abbia ottemperato ad alcuna delle suddette prescrizioni» e che, inoltre, «all'interno del Pfte (il progetto andato a gara) non ci sono i finanziamenti per la realizzazione delle bonifiche di queste aree».
Di fronte a tutto ciò, «è pacifico» sostiene la deputata «che diventi sempre più probabile lo sforamento dei termini previsti dal Pnrr (giugno 2026) per la realizzazione della circonvallazione e che aumenti il rischio di perdere in tutto o in parte il contributo dell'Unione europea». Da qui la richiesta al ministro Salvini di «intervenire al fine di superare gli ostacoli illustrati nelle premesse, garantendo il rispetto delle scadenze e delle prescrizioni, per assicurare la tutela della salute pubblica in un territorio che ha già pesantemente conosciuto le conseguenze dell'inquinamento di quelle aree».
«In ballo» rinforza il concetto il consigliere provinciale del Movimento 5 Stelle, Alex Marini «c'è il rispetto delle prescrizioni a tutela della salute dei cittadini, ma anche il rischio di bloccare la realizzazione della circonvallazione. Per questo è necessario che il ministro si pronunci sugli interventi preliminari di bonifica».