Riforma degli statuti, il ministro Calderoli a Trento frena: «Per ora è una proposta politica»
Il responsabile degli affari regionali in città per la campagna elettorale di Fugatti: «Consegnata alla presidente Meloni, valuteremo se possa diventare un’iniziativa governativa». Autonomia differenziata in aula a novembre: «Avvicinare le regioni ordinarie a quelle speciali»
TRENTO. «Il documento che è stato redatto dalla Conferenza dei presidenti delle regioni a statuto speciale in questo momento è una proposta politica. È stata consegnata alla presidente Meloni, lei l'ha trasmessa al sottoscritto e alla presidente Casellati come ministra delle riforme costituzionali. Valuteremo se la stessa possa diventare o meno una proposta di iniziativa governativa». Lo ha detto il ministro alle autonomie e agli affari regionali, Roberto Calderoli, oggi (13 ottobre) a Trento, in merito alla proposta di legge costituzionale redatta per adeguare gli Statuti delle province e delle regioni autonome alla riforma del titolo 5/o della Costituzione.
Tra le strade percorribili per far diventare legge la proposta, ha detto Calderoli, c'è quella di "un'iniziativa di singoli parlamentari". «Però credo - ha aggiunto il ministro leghista - che la consegna nelle mani della presidente del Consiglio avesse fatto prediligere da parte dei consegnatari la strada governativa». Calderoli ha poi ricordato che «i tempi per l'approvazione di una legge costituzionale possono essere di uno, due anni».
Quanto al disegno di legge sull’autonomia differenziata, il ministro ha detto che «è pensabile per il mese di ottobre concludere l'esame della Commissione e nel mese successivo andare in aula. Tempi definiti e definitivi non se ne possono dare, perché questi dipendono dal Parlamento». «L'obiettivo del disegno di legge è quello di avvicinare le regioni a statuto ordinario alle regioni a statuto speciale» e ha ribadito che «questo non vuol dire allineare verso il basso, vuol dire allineare verso l'alto».