Consumo critico, torna la fiera "Fa' la Cosa Giusta!" ma potrebbe essere l'ultima volta
Fino a domenica la storica kermesse dedicata agli stili di vita ecosostenibili. Il coordinatore, Dario Pedrotti e i dubbi sul futuro: da un lato i rincari e la logistica legata al destino degli spazi di Trento Fiere; dall'altro l'evidenza che ormai le scelte consapevoli sono molto diffuse. In città si svolge in questi giorni anche il festival "Autumnus. I frutti della terra"
VIDEO Sguardi sull'edizione andata in scena nell'ottobre 2022
FESTIVAL Autumnus, un inno alle eccellenze enogastronomiche trentine
TRENTO. La diciannovesima edizione di "Fa' la Cosa Giusta!" potrebbe essere l'ultima. Lo ha ribadito più volte ieri il coordinatore della kermesse, Dario Pedrotti, durante la presentazione del nuovo appuntamento che da ieri a domenica anima ancora una volta lo spazio di Trento Fiere con i suoi 141 espositori (il record resta quello del 2017 con 220 partecipanti). Con il timore però che possa essere l'ultima.
«In parte, questa scelta potrebbe legarsi a questioni strutturali - ha spiegato Pedrotti - visto e considerato che proprio gli spazi di Trento Fiere sono dell'Università ormai da anni e che, nel prossimo futuro, passeranno completamente in gestione a quest'ultimo ente. Di contro, a questo proposito, non c'è ancora traccia di una struttura alternativa, di cui da anni in realtà si parla ma che al momento è rimasta solo nelle intenzioni e non si è mai arrivati ad un vero e proprio progetto. Anni fa si era parlato di un nuovo polo espositivo, poi più nulla. Dall'altra però c'è un altro elemento che potrebbe impattare sulla "chiusura" della fiera, ovvero la sua utilità. Ci siamo chiesti più volte se un evento come questo sia effettivamente ancora necessario, visto che molti dei prodotti che prima erano esclusivi di "Fa' la Cosa Giusta!" ora si trovano praticamente ovunque. Questo è un bene, ci mancherebbe, ma ci fa chiedere: è ancora una fiera di cui i cittadini hanno bisogno?».
Insomma, per quanto la kermesse sia da sempre un punto di riferimento nel calendario fieristico trentino, anche un risvolto positivo come la grande diffusione dei suoi prodotti - e quindi, di conseguenza, dei suoi nobili principi - potrebbe avere un effetto negativo e portare dunque alla sua sospensione.
«Paradossalmente - ha rimarcato il coordinatore dell'evento - il fatto quegli "stili di vita sostenibili" siano diventati temi all'ordine del giorno, ha tolto interesse nei confronti di una delle manifestazioni che per prima ne ha parlato, ormai quasi vent'anni fa, quando agricoltura biologica, pannelli solari e mobilità sostenibile erano argomenti riservati ad una ristrettissima nicchia di persone sensibili. Ecco perché da anni ormai non abbiamo un tema specifico: come sempre quindi anche quest'anno ci saranno molte proposte, ma senza un "filo rosso" comune se non ovviamente il tema della sostenibilità, del rispetto dell'ambiente e delle persone».
Inoltre, pesa il rincaro dei costi che ha già stoppato un'altra manifestazione storica, ovvero Mondo Donna.
«Molte delle cose che una volta funzionavano bene, come le fiere, oggi sono in crisi - ha concluso Pedrotti - E poi c'è l'incognita dei visitatori, che l'anno scorso sono stati in forte calo rispetto alle edizioni precedenti. Prima del 2020, ad esempio, ne contavano anche 12 mila all'anno. L'edizione 2023 sarà dunque la cartina al tornasole per capire se, anche grazie a quanto seminato in questi anni, una fiera di questo tipo non ha più ragione di esistere ed è ora di lasciare spazio a progetti nuovi».
Nel week-end prosegue anche «Autumnus - I frutti della terra», la kermesse apertasi ieri in città: degustazioni, approfondimenti, laboratori, show cooking e caffè scientifici per un totale di 165 appuntamenti e 65 produttori che, dislocati tra Piazza Mostra e Teatro Sociale, esporranno prelibatezze eno-gastronomiche di ogni genere.
Marco Lazzeri, presidente della ProLoco Centro Storico di Trento che organizza il Festival giunto alla terza edizione, è entusiasta: «Noi dobbiamo puntare all'eccellenza, non ai record». Riprende Lazzeri: «Fin dal primo momento siamo stati guidati dall'intento di far conoscere a un pubblico quanto più ampio possibile l'essenza autentica di ogni prodotto. Vogliamo che i visitatori non ne apprezzino soltanto l'indiscussa bontà, ma anche i molti aspetti che li caratterizzano: il lavoro svolto con dedizione e sacrificio da contadini, allevatori e agricoltori locali merita di essere raccontato e messo in evidenza perché, sebbene troppo spesso sottovalutato, è un imprescindibile requisito di qualità.».
Ospitando chef e produttori anche dall'estero, Autumnus punta a costruirsi una dimensione sempre più internazionale, rimarcando la propria identità eno-gastronomica, agro-alimentare e culturale, coinvolgendo Piazza Duomo, Castello del Buonconsiglio, Piazza Mostra, Palazzo Pretorio, Palazzo Festi, Teatro Sociale "Capovolto", Palazzo Roccabruna e Torre Civica.