Provincia, il rebus della futura giunta: duello FdI-Lega per due posti ciascuno
Il riconfermato presidente, Maurizio Fugatti dovrà cominciare subito a pensare alla squadra di governo: le nomine sono al massimo sei, più un eventuale tecnico esterno. Sono certe solo le conferme di Failoni e Spinelli, su Gerosa nulla è scontato e si tratta. Con un risultato più equilibrato di cinque anni fa nel rapporto numerico Lega-Fdl, le poltrone disponibili non basteranno per tutti gli aspiranti
IL VOTO Fugatti vince la corsa: ecco gli eletti e i nuovi rapporti di forza
DONNE Aumentano le elette in consiglio provinciale: sono 14 (erano nove)
VIDEO Qualche sorpresa e molte donne: ecco il nuovo consiglio provinciale
ALTO ADIGE Male la Svp, crolla la Lega: i risultati
TRENTO. Il riconfermato presidente della Provincia, Maurizio Fugatti dovrà cominciare subito a pensare come ricostituire la squadra di governo, alla luce della nuova composizione della maggioranza consiliare. La legge elettorale prevede che abbia dieci giorni di tempo dalla proclamazione per procedere alla nomina di non più di sei assessori, ai quali può aggiungere un assessore esterno di sua scelta.
Le poltrone dunque rischiano di essere poche per soddisfare tutti gli appetiti e qualcuno potrebbe restare a bocca asciutta. A differenza di cinque anni fa, infatti, il voto ha consegnato un risultato più equilibrato tra le liste della coalizione con Lega e Fratelli d'Italia appaiate con 5 seggi ciascuno, seguite dalla Lista Fugatti presidente con 4 seggi, il Patt con 3 seggi, La Civica con 2 e infine Fassa con 1 seggio.
Fugatti dovrà dunque cercare di trovare una soluzione che tenga conto del peso delle singole forze, insieme al risultato degli assessori uscenti - tutti rieletti - della rappresentanza di genere (basta una donna in giunta ma potrebbe volerne due come nell'esecutivo in carica), delle competenze e forze anche della rappresentanza territoriale.
A caldo ha dichiarato che intende riprendere «in continuità» il lavoro di questi cinque anni, quindi potrebbe voler riconfermare almeno alcuni degli assessori uscenti nelle posizioni chiave.
Fratelli d'Italia e il "nodo" Gerosa. L'accordo pre-elettorale tra Fratelli d'Italia, Lega e Forza Italia prevedeva l'appoggio al candidato presidente Maurizio Fugatti e l'indicazione di Francesca Gerosa (FdI) come vice. Il responso delle urne, che la indica come di gran lunga la più votata tra i meloniani, sembra blindare questa sua nomina in giunta, compreso l'incarico di vicepresidente. Peccato però che potrebbe giocare contro questa nomina sia il fatto che Fugatti, dopo averle dato fiducia indicandola nel consiglio di amministrazione di A22 e poi come presidente Itea, poi si sia sentito tradito per la candidatura contro, e quindi non sia entusiasta di averla al suo fianco.
Secondo, Gerosa appare isolata nel gruppo dove altri ambiscono ad entrare in giunta: in primis il capogruppo Claudio Cia, che è il secondo più votato, e poi l'ex assessore Carlo Daldoss. Visto il risultato elettorale Fratelli d'Italia ambisce ad avere almeno due poltrone (vicepresidenza compresa) ma non è detto che gli saranno concesse. E in ogni caso gli aspiranti sono tre.
Fugatti potrebbe "liberarsi" di Gerosa dirottandola sulla prestigiosa poltrona di presidente del consiglio provinciale, che è una carica istituzionale importante, anche se non di governo e portarsi in giunta un altro nome di FdI.
Anche la Lega vuole due assessori. La Lega esprime il presidente della Provincia, come prima, ma rischia di passare da quattro assessori della giunta uscente a uno solo, perché di più non ce ne stanno.
Per evitare questo, sostiene che il presidente non può essere considerato in quota Lega perché rappresenta tutti quindi al Carroccio spettano due assessori: Roberto Failoni, che è certo in forza delle sue 4.283 preferenze, e poi Giulia Zanotelli, che era la capolista ed è la terza degli eletti.
Qualora non potesse concretizzarsi l'ingresso di due leghisti, Fugatti potrebbe decidere di accontentarsi di Failoni e indicare Roberto Paccher per la presidenza del consiglio provinciale. Sicuro come Failoni di entrare in giunta è invece Achille Spinelli, visto il successo della lista del presidente.
Chi anche è piuttosto tranquillo di vedersi offrire un posto in giunta è anche il Patt, con il vicepresidente della Provincia uscente, Mario Tonina, che è stato il più votato delle Stelle alpine e che è pronto a riprendere il lavoro.
Qualora dovesse servire il nome di una donna c'è l'alternativa di Maria Bosin, sindaca di Predazzo, e Tonina potrebbe essere dirottato alla presidenza del consiglio provinciale, ma è difficile che al Patt vengano dati due incarichi così importanti: presidenza e assessorato, soluzione che invece potrebbe essere proposta a FdI.
Gottardi rischia di restare fuori. Nell'ipotesi di 2 assessori alla Lega (Failoni e Zanotelli), 2 a Fratelli d'Italia (Gerosa e Cia o Daldoss), 1 a Spinelli (lista Fugatti), e uno Tonina (Patt) chi resta senza sedia, perché sono finite, è l'assessore agli enti locali Mattia Gottardi, che infatti esclude questa possibilità e ha già dichiarato che il presidente va considerato in quota Lega, ricordando di essere stato - dopo Failoni - l'assessore dell'attuale giunta che ha ottenuto più preferenze.