Investi un capriolo, ma chi ti risarcisce? Fioccano le cause in Tribunale, contro la Provincia o le assicurazioni
Uno dei punti caldi è la provinciale fra Aldeno e Pomarolo: la prossima settimana due udienze giudiziarie per danni. Ecco come funziona la regola dell’ente pubblico
VALLAGARINA. La strada è di tutti. E la fauna selvatica è patrimonio demaniale della Provincia. Ma se l’investimento di un ungulato ti distrugge l’automobile, ottenere un risarcimento è un’impresa.
I numeri, manco a dirlo, sono impietosi: ogni anno in Trentino si registrano circa 500 investimenti di fauna selvatica, soprattutto ungulati. Una delle strade, almeno nel recente passato, più a rischio per incontri del «terzo tipo» è la Sp90, la provinciale Destra Adige. Tra Serravalle e Nomi, per capirci, in molti si sono scontrati con caprioli, camosci e cervi. E il numero è destinato a crescere perché in quota, nel frattempo, sono arrivati i lupi, predatori per antonomasia, che spingono a valle le potenziali prede.
La Provincia, in caso di incidente, ogni tanto risarcisce, ma spesso si rifiuta. E gli automobilisti sono costretti ad adire le vie legali per rifarsi la macchina distrutta. E qui entra in ballo Nomi, paesino affacciato sull'Adige e bypassato proprio dalla Sp90 che sovente viene «occupata» da ungulati.
Tra il 2021 e il 2022 i faccia a faccia tra uomo e animali si sono sprecati. E in due casi la povera bestia è morta. Al guidatore, però, i duemila e rotti euro di fattura del carrozziere non sono piaciuti. Tanto da portare in causa l'ente pubblico, di fatto il custode degli animali trentini.
Piazza Dante, ovviamente, ci prova a lasciare il portafoglio nella tasca interna della giacca e quindi avanti con tribunali e giudici di pace chiamati a dirimere una questione che facile non è.
Tornando a Nomi, come detto, sono due le cause fresche dovute ad investimenti di caprioli. La prima sarà discussa dal giudice di pace di Rovereto per un incidente avvenuto il 17 luglio 2022. La giunta Fugatti, in verità, ha sbolognato la patata bollente all'assicurazione, Lloyd's, che dovrà presentarsi al Follone e provare a non sganciare un euro al danneggiato.
Il secondo caso, invece, è a ruolo al tribunale di Trento ma, stavolta, l'automobilista non c'entra visto che è stato risarcito. A chiedere ristoro dell'esborso è invece l'assicurazione Unipol che, per lo scontro con l'ungulato in località Ischietta, ha pagato il conto dell'officina ed ora chiede alla Provincia di restituire la somma versata.
Insomma, le strade trentine sono a rischio anche per la presenza di animali. E per cautelarsi da richieste economiche la Provincia ha scelto di tappezzare le arterie a rischio con cartelli che avvisano del potenziale attraversamento di bestie. Su alcuni tratti, come per esempio la Gardesana a ridosso di Vezzano, sono state addirittura installate delle sagome di cervi per invitare i conducenti ad alzare il piede dall'acceleratore. Anche perché nei pressi del Vecchio Mulino – in dieci anni – si sono registrate anche vittime, con la morte di un automobilista e quella di un motociclista, che si erano scontrati con cervi.
Lo scopo della segnaletica è chiaramente quello di dire «ti ho avvisato, colpa tua se ti scontri». Gli abitanti del bosco in circolazione, d'altro canto, sono tanti. In Trentino gli esemplari censiti sono oltre 78mila, in stragrande maggioranza caprioli e camosci. Il 95% degli investimenti di ungulati, tra l'altro, avviene nel 30% delle rete stradale e per questo, da tempo, si invoca la realizzazione di corridoi con passaggi verdi sopra o sotto le strade per consentire alla fauna di attraversare la strada. Scelte, queste, già largamente diffuse in Europa, specie in Germania, Francia e Scandinavia.
La legislazione provinciale - data la massiccia presenza sul territorio (pressoché totalmente montano) di fauna selvatica di grossa taglia (ungulati in particolar modo) e conseguentemente la maggior probabilità del verificarsi di incidenti stradali - ha approntato un meccanismo di indennizzo in caso di incidente che prescinde totalmente da qualsiasi accertamento giudiziale della responsabilità in capo alla pubblica amministrazione. Di solito, giustificativi alla mano, si liquida il 70% fino all'ammontare massimo di 10mila euro. In caso di lesione dell'integrità fisica della persona che comporti invalidità permanente, con un ammontare massimo di 150mila euro in base alle percentuali previste dalle tabelle Inail. Per i danni alla persona è applicabile una franchigia del 5% riassorbibile al 15%. In caso di morte, infine, si arriva 200mila euro.