Cure intermedie, stop al servizio alla Solatrix e al San Camillo, ma si aggiunge Castel Ivano
Il Santa Chiara, nei prossimi tre anni, vedrà «importanti lavori di ristrutturazione» e le due cliniche private faranno «da supporto». Così “provvisoriamente” si tagliano 27 posti letto
TRENTO. Dal primo gennaio 2024 la casa di cura Solatrix di Rovereto e l'ospedale San Camillo di Trento sospenderanno provvisoriamente il servizio di cure intermedie per rafforzare la propria offerta ospedaliera a supporto degli ospedali cittadini, interessati nei prossimi tre anni da alcuni lavori riqualificazione.
Contestualmente, grazie ad una nuova convenzione con l'Azienda provinciale per i servizi sanitari, un nuovo nucleo di cure intermedie da 20 posti letto sarà attivato presso la struttura di San Vendemmiano, a Castel Ivano. Lo ha deciso la Giunta provinciale di Trento.
«Si tratta di una revisione provvisoria e necessaria della nostra rete di cure intermedie che ci consente da un lato di continuare a garantire un'adeguata offerta ospedaliera sui territori, dall'altra di estendere anche al distretto sanitario Est il servizio di cure intermedie, che rimane comunque ben distribuito su tutto il Trentino», ha spiegato il nuovo assessore provinciale alla salute, Mario Tonina.
Ad oggi la rete delle cure intermedie in Trentino include il presidio sociosanitario di Mezzolombardo (12 posti letto), quello di Ala (20 posti letto), quello di Tione (17 posti letto), casa di cura Solatrix di Rovereto (16 posti letto) e l'ospedale San Camillo di Trento (11 posti letto).
Con i finanziamenti del Pnrr si prevede l'ampliamento da 12 a 15 posti letto nel nucleo di Mezzolombardo, la realizzazione di un ospedale di comunità a Pergine Valsugana (con 17 posti letto) e un ospedale di comunità ad Ala.
Ma nel 2024, i pazienti di Trento e Rovereto dovranno essere ospitati in altre strutture.