Ora di religione: al 18% la scelta del no, il Don Milani di Rovereto è la scuola più laica
Dall’1,78% del 1988 alla media provinciale attuale. Solo all’Arcivescovile il 100% frequenta le ore. Crescono gli alunni che scelgono di non frequentare le lezioni di religione cattolica a prescindere dal "credo" professato in famiglia
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TRENTO. Tra pochi giorni sarà tempo di iscrizioni scolastiche, per gli alunni che il prossimo settembre inizieranno un nuovo percorso alle elementari, alle medie e alle superiori. Tra le scelte da fare per le famiglie c'è anche quella che riguarda l'insegnamento della religione cattolica: una "X" su "si avvale" oppure "non si avvale". E i dati dicono che un numero sempre maggiore di studenti non frequenta le ore di religione a scuola.
Basti un confronto: nel 1988 l'1,78% degli studenti trentini tra elementari, medie e superiori non frequentava l'ora di religione, mentre nel 2021 la percentuale è salita al 18,78%. In mezzo una crescita lenta ma inesorabile: nel 1997 i "no" erano il 5,27%, nel 2006 il 10,18%, nel 2013 il 14,72% e nel 2019 il 17,31%. L'ultimo dato disponibile della ricerca dice appunto che due anni fa in Trentino quasi uno studente su cinque non si è avvalso dell'insegnamento della religione.
Guardando la crescita degli ultimi trent'anni è probabile che quest'anno o il prossimo la percentuale raggiunga e superi il venti percento. In termini assoluti venticinque anni fa furono 1.028 studenti su 57.882 a non frequentare l'ora di religione, mentre nel 2021 sono stati 12.067 su 64.240.
I numeri variano anche a seconda del grado di istruzione: se la percentuale totale è appunto del 18,78%, si tratta della media tra il 14,75% delle primarie (le elementari), del 17,14% delle secondarie di primo grado e del 25,03% delle scuole secondarie di secondo grado.
In ogni caso, anche analizzando i numeri e le percentuali delle tre diverse "tipologie" di scuole, i dati sono in crescita in tutte. Tra le possibili spiegazione per questo fenomeno, la prima è più scontata e oggi, e si basa sulla considerazione che negli anni il tessuto sociale è cambiato tantissimo, con l'arrivo di tanti studenti di origine straniera, che in molti casi professano religioni differenti da quella cattolica e quindi non si avvalgono dell'ora.
Ma, analizzando la percentuale di studenti di origine straniera e quella di studenti che non si avvalgono, i due numeri non coincidono. E quindi emerge che sono comunque di più gli alunni - e le loro famiglie - che scelgono di non frequentare le lezioni di religione cattolica a prescindere dal "credo" professato in famiglia.
Inoltre va detto che non sempre il non avvelersi dell'ora sia sinonimo di laicità o altra fede: a volte le motivazioni possono essere legate a questioni organizzative, a "cattivi rapporti" con l'insegnante o a semplici motivazioni personali. Infine qualche numero curioso emerge analizzando le statistiche di due anni fa sulle scuole superiori.
Prima di tutto l'ovvio: all'Arcivescovile il 100% degli alunni si avvale dell'insegnamento della religione. L'istituto con la percentuale più alta di "no" - a discapito del proprio nome - è il don Milani di Rovereto, dove frequenta "solo" il 57,84% degli alunni iscritti. Al secondo posto tra le scuole superiori più "laiche" c'è il Fontana di Rovereto, seguito dall'Oxford di Civezzano e dal Martini di Mezzolombardo.
Poi troviamo il Vittoria, il Floriani di Riva e il Marie Curie di Pergine. Al "top" per adesione ci sono invece l'Istituto Agrario (89,44% di "sì"), seguito da Guetti di Tione, Rosa Bianca di Cavalese, Degasperi di Borgo, Russell di Cles e Prati di Trento.