Bimba trentina in un orfanotrofio messicano: «Nove i ricorsi contro la sua libertà»
La madre, fotografa nonesa: «Abbiamo presentato la richiesta d’affido per la nonna sperando che venisse rilasciata prima dell’udienza di arrivo del test del dna del padre. Mia figlia è andata avanti e indietro dalla questura. Dal 27 gennaio la nonna la sta vedendo un’ora al giorno sotto vigilanza»
DIRITTI Il Garante dei minori: «Violazione dei diritti della bambina»
IL CASO Bimba trentina "rinchiusa" in un orfanatrofio in Messico
OAXACA. Situazione ancora in stallo per la bimba trentina di 10 anni, sottratta alla mamma Elena Marini, originaria della val di Non, ad agosto scorso per essere rinchiusa in una struttura per bambini orfani e maltrattati, propriamente detto Dif a Oaxaca. A raggiungere la nipote, insieme all’avvocata di fiducia Francesca Graiff, la nonna della piccola che è volata nel sud del Messico.
«Abbiamo presentato la richiesta d’affido in tribunale per la nonna - spiega la mamma della bimba - sperando che venisse rilasciata prima dell’udienza di arrivo del test del dna del padre. La bambina è andata avanti e indietro dalla questura nelle ultime settimane, ma non ci è dato sapere nulla. Dal 27 gennaio comunque la nonna sta vedendo la bambina, nella struttura, un’ora al giorno sotto vigilanza».
I legali del papà biologico della bimba (che non l’aveva riconosciuta 10 anni fa) «ha depositato un altro ricorso contro quest’ultimo affidamento e con questo sono 9 in tutto quelli depositati finora che le hanno impedito di poter tornare a casa. Non è una disputa familiare, ma una violenza personale e istituzionale, illegale».
Nel frattempo la questione è stata presa in mano a livello politico non solo da parte dei consiglieri provinciali de Bertolini (Pd), Demagri (Casa Autonomia.eu) e Degasperi (Onda) ma anche in Messico dalla deputata Cony Rueda.