Il Trentino frana: quanto costa la fragilità geologica del territorio? Nel 2023 oltre 40 milioni di euro
I crolli sono una spesa non solo nel momento in cui avvengono: la maggior parte delle uscite riguarda interventi di protezione. Il servizio geologico monitora costantemente 40 frane in provincia
IL VIDEO Frane in Trentino, parla il dirigente Mauro Zambotto
IL CROLLO Folgaria, circa un mese per la riapertura della Ss350
LA FRANA Grossa frana tra Mezzolago e Molina di Ledro
LE FOTO L'area franata a Ledro, sopralluogo con Maurizio Fugatti
TRENTO. Quanto costa l'emergenza geologica in Trentino? Messi in fila, solo gli interventi del 2023, qualcosa come 40 milioni di euro tra interventi d'emergenza e lavori per consolidare i versati o mettere in sicurezza strade. A quelli si aggiunge per altro la spesa - e il lavoro - per monitorare le montagne che ci circondano. Insomma, vivere ai piedi delle vette, interessate da sempre da fenomeni d'erosione, è affascinante. Ma anche dispendioso, sia in termini economici che di energie e professionalità.
Le cause.
Può sembrare che in questo periodo ci sia un aumento dei fenomeni franosi, ma il servizio geologico fa notare che anche in passato ci sono stati periodi critici, con situazioni anche preoccupanti, soprattutto negli anni Duemila. Le cause delle frane sono di diverso tipo: tra le più frequenti, la presenza di acqua di pioggia che riduce la resistenza dei riempimenti nelle fratture presenti nella roccia e può produrre spinte idrostatiche, ma può anche accadere che a causare il cedimento siano le radici delle piante, che dopo un periodo di siccità, nel momento in cui piove si gonfiano velocemente, facendo pressione sul terreno e nelle fratture di roccia.
Il ruolo del clima.
Non è colpa del clima che abbiamo fatto cambiare, per lo meno quando le frane si verificano sotto una certa altitudine. Oltre i 2.700 metri di quota invece, si può parlare di un effetto dei cambiamenti climatici, perché l'aumento delle temperature incide sullo scioglimento del permafrost, che fa da collante nelle fratture e nei vuoti tra granuli detritici.
Il costo dell'emergenza.
Spalmati tra diversi servizi, l'obiettivo è da una parte far fronte all'emergenza - perché quando frana un versante serve eliminare i detriti, per esempio - dall'altra realizzare sistemi di protezione delle infrastrutture. In particolare si tratta di installare reti paramassi, realizzare disgaggi o costruire altre opere come un vallo tomo, a difesa soprattutto della rete stradale, che è poi la prima "vittima" delle frane e degli smottamenti, anche perché sono proprio le vie di comunicazione che spesso tagliano i versanti, incidendo sul loro equilibrio geologico.
Il solo Servizio di prevenzione rischi e Cue ha investito direttamente o concesso come contributo circa 9 milioni di euro nel solo 2023 per interventi di crollo roccioso, frana o colata detritica. In particolare 4.201.422,53 euro per lavori di somma urgenza, 1.116.246,59 euro per le prevenzioni urgenti e 3.537.132,42 euro per la prevenzione che si può fare con più calma. Ma i problemi geologici impattano anche sul servizio gestione strade, che nel 2023 e nel gennaio 2024 ha investito 6,5 milioni di euro sulle strade provinciali, per interventi di diverso tipo.
Tra questi la barriera paramassi sulla SS 347 nel comune di Primiero S. Martino di Castrozza, la messa in sicurezza della SP 71 a Lona, sulla SS 612 della Val di Cembra, barriere paramassi a monte della SS 48 a Predazzo, messa in sicurezza della scarpata a valle e della rampa a monte della SP 58 a Faedo, lavori per mitigazione rischio crolli lungo la SP 37 nel Comune di Tenno, la messa in sicurezza della SS 240 in corrispondenza della galleria Dom, la realizzazione di barriere paramassi a monte della SP 18 di Ranzo, la messa in sicurezza d'urgenza della SP 89 ad Albaredo.
Infine, c'è il lavoro del servizio Opere stradali e ferroviarie. E qui si parla di 22,3 milioni di euro. La parte del leone (12 milioni, di cui 2,3 della Provincia il resto dal Pnrr) la fa la galleria paramassi lungo la SP 14 del lago di Tovel, a cui si aggiungono tra gli altri la barriera paramassi della strada dei Crozi (1,5 milioni), i lavori di mitigazione rischio crolli sulla SS421 tra S. Lorenzo in banale e Molveno (6,8 milioni)
Il monitoraggio.
Il servizio geologico monitora costantemente 40 frane sul territorio provinciale. Lo fa grazie al lavoro dei suoi uomini e donne (34, di cui 14 geologi, oltre a tecnici e operai amministrativi), ma anche attraverso convenzioni con centri di ricerca e università. I monitoraggi vengono realizzati con l'uso di sistemi radar, stazioni gps, rilievi topografici ma anche con l'uso di droni.