Il Trentodoc cresce ancora: «Dobbiamo puntare sulla qualità. Il Festival è un traino importante»
Parla il nuovo presidente, Stefano Fambri: «Il nostro mercato è all’80% l’Italia, ma ora puntiamo a incrementare su Svizzera e Stati Uniti»
AZIENDA Istituto del Trento Doc, Fambri nuovo presidente
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TRENTO. Una crescita forse meno dirompente rispetto al passato per quanto riguarda i numeri, ma un consolidamento dell'immagine a livello generale e un focus particolare sui prodotti di alta fascia. Questi gli obiettivi che si pone il nuovo presidente dell'Istituto Trento Doc Stefano Fambri.
Laureato in economia e commercio a Trento, 59 anni appena compiuti, ha sempre lavorato dentro il Gruppo Mezzacorona, e dal 2018 è direttore di Nosio, il ramo commerciale della cantina. Sostituisce, dopo 12 anni, il direttore di Cavit Enrico Zanoni. «Lui aveva manifestato l'intenzione di chiudere l'esperienza dopo 12 anni, e nel cda è stato proposto il mio nominativo, accettato all'unanimità dall'assemblea. La mia elezione è in piena continuità, tanto che Zanoni è rimasto comunque nel consiglio».
Quali i piani della sua gestione?
«Il compito dell'Istituto è la promozione del marchio Trentodoc sul mercato nazionale e internazionale. In questi ultimi anni abbiamo vissuto un periodo molto positivo dal punto di vista delle vendite e dell'immagine dei nostri prodotti. È stata un'operazione di grande successo per tutto il Trentino. Siamo cresciuti molto e anche nel 2023, anche se non ci sono ancora i dati aggregati, l'impressione è quella di aver mantenuto i numeri del 2022: un risultato ottimo se consideriamo che i principali concorrenti hanno avuto dati negativi».
Le bollicine Trentodoc hanno venduto circa 13 milioni di bottiglie nel 2023, Franciacorta 19,5. Dove volete crescere?
«Il nostro mercato di riferimento è quello italiano (oltre l'80% del fatturato secondo i dati 2022, ndr), ma tante case spumantistiche stanno facendo un ottimo lavoro anche a livello internazionale. Come Istituto ci stiamo focalizzando su due Paesi, Usa e Svizzera, mercati che danno prospettive interessanti perché hanno clientela con capacità di spesa importante».
Sarà quello l'obiettivo del futuro, ovvero concentrarsi sui consumatori più abbienti?
«Uno degli obiettivi che ho a livello di mandato è mantenere la continuità con gli anni passati, pur in un quadro di incertezza dovuto alle spinte inflattive e alla perdita di potere d'acquisto dei consumatori. L'obiettivo è di crescere con percentuali buone in un mercato in cui le prospettive non cono così positive. In ogni caso respiro un clima di grande ottimismo: vedo consapevolezza rispetto ai grandi passi in avanti che abbiamo fatto sia nel lavoro in campagna che in cantina e dal punto di vista della commercializzazione».
Vi preoccupa di più l'andamento del mercato o la concorrenza?
«Come giusto che sia dobbiamo preoccuparci del lavoro della concorrenza, ma in questo momento gli indicatori fanno intuire che le difficoltà del mercato non sono un processo che si esaurirà in uno o due anni, e dobbiamo attrezzarci per far fronte alla contrazione dei consumi e alla minore disponibilità finanziaria dei consumatori».
Per aumentare la produzione di Trentodoc va incrementata la superficie vitata ora pari a circa 10mila ettari, o riconvertire a Chardonnay e Pinot nero (le basi per lo spumante, ndr) parte dei vigneti esistenti?
«Questo è un tema di cui si occupa il Consorzio Vini, ma credo che la strada giusta potrebbe essere quella di operare in entrambe le direzioni».
Qual è l'indicazione che si sente di dare ai produttori?
«Negli ultimi anni la tendenza è quella verso i prodotti di fascia più alta, i millesimati, le riserve. L'invito dunque non può che essere quello di continuare su un percorso di eccellenza qualitativa. In Trentino, grazie alla conformazione del territorio e al microclima, abbiamo le armi per rispondere al cambiamento climatico. Dobbiamo continuare a crederci, consapevoli di avere in mano un prodotto di eccellenza. In questo senso il traino che ci sta dando il Festival del Trentodoc è fondamentale, sia a livello di comunicazione e marketing, che di conoscenza diretta sul territorio. Su questo appuntamento annuale si concentrerà sempre di più il lavoro dell'Istituto».