Pattini lascia le Stelle Alpine: nel gruppo misto con Uez rispolvera gli Autonomisti per Trento
I due consiglieri, in una nota congiunta: «Ci richiamiamo alla tradizione autonomista, con particolare riguardo alla storia antica e recente della città in una tradizione di autogoverno e di rivendicazione di una politica al servizio dei cittadini e del bene comune contro ogni centralismo»
IL PARTITO Il Patt verso il congresso, ma spaccato in tre
TRENTO. Alberto Pattini lascia il Patt, il partito in cui militava da 32 anni. Da giovedì scorso ha aderito in consiglio comunale al Gruppo Misto, facendo sparire il simbolo delle Stelle Alpine dall'aula di Palazzo Thun.
La prima tessera del Patt il farmacista, da decenni protagonista della vita politica cittadina, l'aveva fatta nel 1992. Qualche anno dopo, nel 1999, si era preso una prima pausa di riflessione quando il partito aveva scelto di appoggiare il centrodestra con Claudio Eccher candidato sindaco; lui fedele al centrosinistra di Alberto Pacher aveva nell'occasione dato vita ad un'alleanza con Giorgio "Furore" Gelmetti fondando gli Autonomisti per Trento e riesumando il simbolo dell'Asar. Ma al giro successivo, cinque anni dopo, col Patt tornato nell'alveo del centrosinistra era tornato "a casa" e lì era rimasto.
Alle elezioni del 2020 per il Patt era risultato il primo dei non eletti ed era rientrato in consiglio lo scorso dicembre grazie al passaggio in consiglio provinciale di Roberto Stanchina, che nel frattempo aveva abbandonato il Patt entrando in Campobase. Nonostante la svolta a destra del partito Pattini aveva mantenuto la sua appartenenza alle Stelle Alpine pur dichiarando subito la sua fedeltà al centrosinistra e al progetto del sindaco Franco Ianeselli. Ma l'anomala collocazione è durata poco e giovedì scorso ha formalizzato il suo abbandono del gruppo di cui era rimasto l'unico componente andando a raggiungere un altro ex Patt, Tullio Uez, nel Gruppo Misto.
Lo stesso Pattini, che con Uez appena rientrato a Palazzo Thun aveva subito stretto un sodalizio politico, ha assunto il ruolo di capogruppo per i consiglieri del gruppo misto che si riconoscono nella maggioranza, in un raggruppamento di cui fanno parte anche tre consiglieri di minoranza come Andrea Maschio (capogruppo), Dario Maestranzi e Vittorio Bridi.
«Sul piano politico - affermano Pattini e Uez in una nota congiunta - ci richiamiamo, e tale posizione emerge in tutte le attività di indirizzo e di controllo che spettano al Consiglio (mozioni, ordini del giorno, dichiarazioni di voto sulle delibere proposte dalla Giunta), alla tradizione autonomista, con particolare riguardo alla storia antica e recente della città in una tradizione di autogoverno e di rivendicazione di una politica al servizio dei cittadini e del bene comune contro ogni centralismo, che affonda le sue radici nel governo provvisorio di Rodolfo Belenzani di inizio '400, negli Statuti della città di Trento del '500 che furono esempio per molte altre città del Trentino - Tirolese, nelle lungimiranti amministrazioni comunali dell' '800, fino all'ordinamento comunale attuale che ha ripristinato le facoltà negate dal totalitarismo con l'imposizione dei podestà».
Per questo la loro posizione i due consiglieri hanno detto di volersi riconoscere nella sigla "Autonomisti per Trento", denominazione civica, identitaria e territoriale al servizio della comunità. Ed hanno anche indicato un simbolo, che non potranno però utilizzare in consiglio perché per formare un nuovo gruppo in corso di consiliatura bisogna essere almeno in tre.