Ex Sloi e Carbochimica, destini diversi. Il sindaco Ianeselli: «Sul grande cantiere sei mesi di ritardo»
Sull’ex Sloi l’ente pubblico pensa a procedere con esproprio e bonifica. Sull’area dall’altra parte della ferrovia, che avrà una nuova barriera idraulica, non si esclude un capping. Sulla circonvallazione ferroviaria: «Fuori dal Pnrr rischiamo di andare in coda agli altri progetti, ma la commissaria Fimi ha garantito i tempi»
LA PROTESTA Nuova manifestazione contro il bypass ferroviario
LAVORI A fine aprile l’arrivo della prima fresa a Trento
CONTRARI I comitati alzano la voce: spreco di soldi e sfregio al territorio
RISCHI Grana vibrazioni da cantiere, il ministero non ha ancora approvato
TRENTO. Bypass, inquinamento, Trento nord, SuperTrento: il sindaco Franco Ianeselli fa il punto, all'indomani della notizia del via libera dal ministero per i lavoro per lo meno a Trento sud. Sbloccato tutto. Sollevato?
«Questo decreto era atteso. Quando parlavo con i tecnici mi dicevano che non c'erano difficoltà di merito. Certo, l'attesa è stata un po' sfibrante». Lei aveva paventato il rischio di ritardi, con l'uscita del Pnrr. Rischio che i comitati denunciavano da tempo. Mi sembra che ci siamo dentro in pieno.
«Fuori dal Pnrr e con l'Italia che deve centrare gli obiettivi del Recovery plan, il rischio di finire in coda c'è. Ma la commissaria Firmi pochi giorni fa ha confermato la tempistica».
Due notizie in una. C'è stato un momento in cui è sembrato che Firmi non fosse più la commissaria.
«A me risulta esserlo, e in qualità di persona incaricata, le ho chiesto della tempistica e lei l'ha confermata».
Ma in via Brennero dovrebbe già essere attiva la chicane che non c'è. Siamo in ritardo prima ancora di cominciare i lavori complicati: lo scavo delle gallerie, figuriamoci trovare le soluzioni tecniche per Trento nord. Avete quantificato il ritardo finora?
«Sei mesi. Serviti tutti per autorizzazioni. Sono i tempi italiani».
Adesso si parte a sud, l'assessore Facchin si è detto convinto che siano risolti i problemi anche all'ex scalo Filzi. Ma stiamo ancora aspettando le analisi sulle acque di falda. Avete notizie che noi non abbiamo?
«Quando chiedo ai tecnici della parte nord, la risposta è che la situazione è gestibile, affrontabile, secondo le procedure che possono essere realizzate. Certo non c'è allo scalo Filzi l'inquinamento dell'ex Carbochimica, come paventato da alcuni».
A proposito di inquinamento, c'è il tema della gestione delle aree inquinate, anche al di là del bypass. La notizia recente è che la gestione della barriera idraulica è stata affidata ai privati. La scelta non è del Comune, ma cosa ne pensa?
«Rispondo allargando il discorso».
Prego.
«Io ricordo la campagna elettorale 2020, su Trento nord si parlava pochissimo, quasi niente. Parlavamo di bypass, pensandolo su tempi più lunghi. C'erano impegni di altre amministrazioni che andavano rispettati. Solo poi, in fase operativa, apriti cielo. Lo ricordo per dire che sono contento che il tema dell'inquinamento sia tornato d'attualità. E quanto alla gestione della barriera idraulica, se i privati fanno il monitoraggio in contraddittorio con Appa, vuol dire che c'è un ente che controlla. È interesse di tutti fare al meglio le analisi e pensare al futuro delle aree».
I due milioni di euro inseriti in finanziaria, ora dovrebbero servire ai gruppi di lavoro sul futuro di Trento nord. A che punto siamo?
«Il Comune freme per partire, noi siamo pronti».
Chi non lo è?
«Contiamo di partire, con la Provincia».
E quando pensa a Trento nord, quindi all'ex Sloi e ex Carbochimica, pensa a messa in sicurezza o bonifica?
«C'è un inquinamento diverso, nelle diverse aree, che possono quindi avere un destino diverso. Il punto vero è procedere con la compartimentazione e pensare al futuro di quelle aree».
È possibile pensare due destini diversi per ex Sloi ed ex Carbochimica?
«Sì, è possibile».
Facchin ha annunciato che Rfi realizzerà una nuova barriera idraulica a sud della ex Carbochimica. Fa pensare che si voglia ragionare di un capping per poi destinare l'area a funzioni pubbliche.
«Questo scenario è possibile. Ma va istituito il gruppo di lavoro e va lasciato lavorare le soluzioni usciranno da lì».
Mentre sull'ex Sloi avete sempre parlato di esproprio.
«Sì, esproprio e bonifica».
E l'area Sequenza? Non è Sin.
«Nelle prossime settimane si aprirà anche la discussione su quel progetto. Lo dico a futura memoria: siccome il progetto dividerà tra entusiasti e critici, anche qui ricordo che c'è un Prg che prevede di fare delle cose. Un Prg che non abbiamo votato noi, ma che va rispettato e che dà possibilità di edificare, noi lavoreremo perché si faccia al meglio possibile. E anche qui, il fatto che l'area Sequenza non sia Sin è una scelta che non dipende da noi».
Ma che politicamente approva?
«Credo che per la rinascita di Trento nord energie e risorse private non vanno allontanate ma accompagnate. E che le decisioni urbanistiche prese vadano riadattate al contesto».
A proposito di decisioni urbanistiche, c'è SuperTrento. La rete dei Cittadini la accusa di usarlo come arma di distrazione di massa.
«La democrazia vive di confronto e anche di conflitto. Bisogna però sempre diffidare da chi si autoproclama "il buon cittadino onesto in battaglia contro i politici", soprattutto se a dirlo sono persone che fanno politica da una vita. Mi auguro non sia un copione già scritto, solo per fare una lista alle prossime comunali. Certo che a quel punto tutto il camuffamento sarebbe palese».
Resta la questione che SuperTrento che disegna la città post interramento, ma senza i fondi.
«Ci si può confrontare se l'idea del corridoio verde con trasporto pubblico piace o no. Ma se la critica è che è il libro dei sogni, io dico che stiamo costruendo la città del futuro, con un percorso partecipato. Succederà tra 10 anni? Può essere, ma quel che succederà allora sarà sulla base di quel che decidiamo oggi. Come il bypass. E come la funivia: abbiamo avviato la progettazione che non c'erano i fondi. Ma senza il progetto non avremmo intercettato i 37 milioni che arriveranno dallo Stato».