I ritardi del bypass, Ianeselli: «Come città siamo parte lesa»
Il sindaco preoccupato: «I soldi ci sono, le carte no. Questa attesa è snervante. Sono coinvolti i ministeri dell’Interno e dei Trasporti: magari Fugatti potrebbe sentirli». Ma il presidente della Provincia si dice sereno e parla di interlocuzioni in corso con Roma
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TRENTO. «Ogni giorno perso è un giorno buttato» commenta il sindaco Franco Ianeselli. E di giorni buttati ce ne sono stati tanti. «L'attesa sta diventando snervante» aggiunge il primo cittadino, che non nasconde una certa irritazione per i continui rinvii per la partenza dei lavori al bypass, a partire dall'imbocco sud. C'è una procedura da rispettare e servono delle firme da Roma per sbloccare la situazione.
Invece il presidente della giunta provinciale ieri era tranquillo: «Preoccupato? No. Ce la faremo. Stiamo facendo tutte le interlocuzioni con il governo e il ministro dei trasporti Matteo Salvini», che è anche il segretario della Lega, il suo partito.
Intanto si stima almeno un anno di ritardo sui lavori.
«Prima era marzo, poi fine mese. Da lì - dice ancora Ianeselli - siamo passati al 10 aprile. Poi la data per il via libera è diventata il 10 maggio. Ora l'ultimo messaggio fa intendere che è questione di ore, che non dobbiamo preoccuparci. Ovvio che, come città, noi siamo parte lesa in questa situazione».
Le frese sono in arrivo ma le opere preparatorie ancora in alto mare: finché i lavori propedeutici non verranno consegnati, i macchinari se ne staranno in un deposito. Gli interlocutori dell'amministrazione cittadina sono le segreterie romane ed i tempi della capitale non sempre corrispondono ai tempi trentini. «Sono coinvolti i ministeri dei Trasporti e dell'Interno, tanto per capirci Salvini e Giorgetti, che non sono certo del mio partito - prosegue il sindaco -. Dicono che questo sia il "governo del fare" e "del fare velocemente", ma bisogna fare sul serio. Stiamo parlando di una questione procedurale per il trasferimento dell'opera definanziata dal Pnrr nel Contratto di programma. Vogliamo capire se - a seguito di interlocuzioni che già ci sono e di risorse che sono già garantite - sia possibile per chi realizza l'opera iniziare a lavorare nell'imbocco sud, perché il rischio è che in assenza di carte passino non giorni ma settimane».
C'è il problema dei cosiddetti "tempi romani", ma tutto ruota attorno al denaro. Forse qualcuno non racconta le cose come stanno? «No, non è così. Il finanziamento è confermato: lo garantisce il Ministero in una lettera a Rfi, indirizzata anche alla Provincia. Ma c'è una procedura da rispettare, un decreto in bozza che deve acquisire pareri: il problema non sono i soldi, ma l'assegnazione definitiva degli stessi».
L'uscita del bypss dal Pnrr sicuramente non ha dato un'accelerata anche se da ogni parte erano arrivate rassicurazioni sul fatto che il mancato finanziamento dell'opera con fondi europei, e dunque senza più stretti vincoli temporali da rispettare, non significasse un cantiere infinito. A febbraio era arrivato a Trento il viceministro ai trasporti Edoardo Rixi (Lega), per la firma del Protocollo sull'interramento della ferrovia: «Manterremo gli impegni previsti con il Pnrr con gli stessi tempi» aveva detto.