La storia / Il caso

La mamma vittima di stalking: “Mio figlio è già tornato in libertà. Ho paura per lui, per me e gli altri”

Il suo arresto non è stato tuttavia convalidato e ora la madre, disperata, vuole raccontare la sua vicenda. «Lo faccio innanzitutto per mettere in guardia coloro che già hanno avuto a che fare con lui: sappiatelo, è di nuovo in circolazione. Io mi sono barricata in casa, ho abbassato le tapparelle, spero che non torni ma non mi illudo, mi aspetto di sentirlo alla porta da un momento all'altro»

TRENTINO Lo stalker è libero, torna la paura nella vita di una coppia

TRENTO. Era stato arrestato giovedì 23 maggio dopo aver tentato l'ennesimo assalto alla casa della madre, minacciata e vessata da mesi. Il ventinovenne da giorni si era reso responsabile di violenze, ai danni anche dell'ex padrone di casa, di due bariste di un locale del centro e degli agenti che lo avevano bloccato.

Il suo arresto non è stato tuttavia convalidato e ora la madre, disperata, vuole raccontare la sua vicenda. «Lo faccio innanzitutto per mettere in guardia coloro che già hanno avuto a che fare con lui: sappiatelo, è di nuovo in circolazione. Io mi sono barricata in casa, ho abbassato le tapparelle, spero che non torni ma non mi illudo, mi aspetto di sentirlo alla porta da un momento all'altro»

La donna, 72 anni, racconta come i problemi del figlio non siano nuovi ma, purtroppo, siano irrisolti: «È già stato in carcere, è stato nelle comunità, ma le strutture non lo tengono. Avevamo fatto tutto il possibile per lui: dalla scuola allo sport, ma dai quindici anni anni in poi i problemi non hanno fatto che aumentare».

Il racconto della donna è devastante, proprio perché quello di una madre che non sa più che fare con il proprio figlio: «Ho 72 anni, ma cerco di cavarmela anche se ormai sono anni che devo stravolgere la mia vita. Devo guardarmi alle spalle, devo avvisare amici o vicini per scendere in garage, che allertino i soccorsi se non mi sentono richiamare quando dovrei risalire in casa. Ma me la posso cavare. Quello che maggiormente temo, è che mio figlio possa fare del male a qualcuno».

«Ha già mandato più di una persona in ospedale ma evidentemente per i giudici questo non basta, dato che è libero. Ecco, non vorrei si dovesse arrivare a ferimenti seri, o peggio. So anch'io che il carcere non è il posto dove dovrebbe stare uno come lui, nelle sue condizioni, ma se le strutture di cura non bastano o non lo prendono, cos'altro si potrebbe fare? Io ho voluto raccontare la mia vicenda proprio per far comprendere, anche a chi deve prendere decisioni, con che situazione devo convivere. E a quali pericoli sia esposta la cittadinanza, oltre a mio figlio stesso».

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