Allarme rosso all'interno del servizio psichiatrico del Santa Chiara: nel 2023 oltre un’aggressione al giorno
È una situazione veramente allarmante. Lo dicono i numeri, svelati dal consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi, e ufficiali poiché arrivano dal registro Moas del reparto stesso. Nel corso del 2023 gli episodi di aggressione complessivi sono stati 452. Ben più di uno al giorno. E in fortissimo aumento rispetto al 2022, quando i numeri erano comunque preoccupanti
BORGO All'ospedale San Lorenzo operatrici minacciate
TRENTO. È allarme rosso all'interno del servizio psichiatrico del Santa Chiara. Lo dicono i numeri, svelati dal consigliere provinciale di Onda Filippo Degasperi, e ufficiali poiché arrivano dal registro Moas del reparto stesso. Nel corso del 2023 gli episodi di aggressione complessivi sono stati 452. Ben più di uno al giorno. E in fortissimo aumento rispetto al 2022, quando i numeri erano comunque preoccupanti. Un situazione, quindi, di enorme stress per i 25 operatori del Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura dell'ospedale di Trento e anche per i pazienti stessi.
«Le cronache, le testimonianze e i dati confermano che la Psichiatria in Trentino sta vivendo momenti difficili - spiega Degasperi nella mozione presentata in consiglio -. Una situazione esplosiva che non viene affrontata: nel gennaio 2024, il direttore dell'U.O. di Psichiatria ha rinnovato, a ben sette direttori di Apss, la richiesta di potenziare almeno il servizio di sorveglianza direttamente in reparto. Ad oggi non risultano riscontri».
Degasperi spiega ancora che «sempre più spesso il reparto viene utilizzato nel vano obiettivo di contenere le intemperanze di esagitati che non rivelano alcun tipo di patologia ma curriculum condensati di violenza, aggressioni e rapine. I casi più complicati e rischiosi sotto il profilo della sicurezza non hanno come protagonisti i pazienti seguiti dal Servizio, ma soggetti lì indirizzati da altri contesti solo perché il S. Chiara viene di fatto considerato come un deposito solo perché dotato di stanze con porte e finestre chiuse».
Infine il consigliere di Onda parla dei paradossi: «In ospedale è attivo un posto di Polizia che, stando alle ricostruzioni, si occuperebbe prevalentemente di gestione burocratica degli eventi, senza possibilità di intervento vista la presenza di un solo agente. La consegna agli operatori è quella di rivolgersi al 112: il paradosso che ha dell'incredibile è che quando poi gli agenti si presentano in ospedale non oltrepassano la porta del reparto, impossibilitati ad accedervi perché armati. E quindi agli operatori non rimane che invocare l'intervento dei due sorveglianti del Pronto Soccorso».