Abitare / Provincia

Itea non riesce a dare alloggi, malgrado le molte case vuote. Marchiori: al lavoro per la soluzione

La futuribile idea dell’assessore: «Università e enti di ricerca del territorio affiancheranno le strutture provinciali con un approccio ricerca-azione». Ma la giunta non riesce a dare un presidente all'Istituto

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TRENTO. Itea non solo riesce a soddisfare una minima parte delle domande di alloggio pubblico che ogni anno vengono presentare, ma quelle poche ottengono la risposta con un anno di ritardo. E’ l’eredità delle passate gestioni, ultima in ordine di tempo quella di Francesca Gerosa. Ma ora si cambia.

«Quest'anno - spiega l'assessore provinciale alla casa, Simone Marchiori, - riusciamo infatti ad assegnare gli alloggi a chi era in graduatoria l'anno scorso. Vogliamo riuscire a ridurre i tempi per arrivare alle assegnazioni almeno entro l'anno stesso e per questo stiamo lavorando per rivedere tutto il sistema e anche la legge sulla casa per fare in modo che l'offerta di appartamenti alle famiglie sia più puntuale, veloce e più in linea con le esigenze del nucleo familiare che ha fatto la domanda».

«Oggi - spiega l'assessore - si segue l'elenco in graduatoria quando si libera un alloggio ma può essere che quel nucleo familiare abbia la necessità di un alloggio più grande o più piccolo, che non gli vada bene per la località dove si trova e tutte queste variabili che devono incontrarsi. Banalmente basterebbe un sistema informatizzato più efficace nel fare incontrare domanda e offerta, in modo che si possa anche vedere l'appartamento in modo da rendere più veloce la corrispondenza con la richiesta».

Inoltre, spiega Marchiori, sarà necessario anche rivedere «il sistema tripartito: Provincia, Itea, Comunità di valle e Comuni, sulle graduatorie che crea delle situazioni diversificate, stiamo valutando come ridefinire le prerogative in modo da arrivare a procedimenti più semplici per tutti».Su questi obiettivi, che hanno una prospettiva di medio termine, ma su cui la Provincia sta già lavorando, Marchiori spiega che avrà un primo momento di confronto e approfondimento nei prossimi giorni con il Comitato provinciale sulla condizione abitativa e con il Consorzio dei Comuni.

L'assessore ha indicato questa strategia anche nel documento programmatico della legislatura in cui precisa che: «Si punta alla revisione della legge sulla casa e in genere alla disciplina di formazione delle graduatorie, con l'obiettivo di innovare l'impianto rispetto ai bisogni delle famiglie trentine, rendendo maggiormente veloci i tempi di assegnazione degli alloggi, far combaciare meglio le caratteristiche dei nuclei familiari con quelle delle abitazioni, incentivare l'abitazione anche nelle località più periferiche. Università e enti di ricerca del territorio affiancheranno le strutture provinciali con un approccio ricerca-azione, attento all'impatto della riforma».

Intanto però la giunta provinciale non riesce a dare un nuovo presidente a Itea. 

È ancora stallo in giunta provinciale per le nomine dei presidenti di Itea, Patrimonio del Trentino e Trentino Sviluppo. Gli ultimi retroscena davano Sergio Anzelini, presidente in scadenza di Trentino sviluppo, come nuovo amministratore unico di Itea e Patrimonio, che la giunta, o meglio il presidente Maurizio Fugatti, intendeva riunire in un unico contenitore affidandolo appunto al finanziere, considerato un risolutore. Ma per ora le cose si sono fermate. 

Il problema non è politico, anche perché Fugatti aveva avocato a sé la decisione, per strapparla al tira e molla delle forze politiche, ma nelle ultime ore si è profilata una questione non di poco contoto: Anzelini sarebbe inconferibile. Termine tecnico che significa che Anzelini non può andare a dirigere né l'ipotetico nuovo ente, né un qualsiasi ente pubblico perché ha diretto Trentino sviluppo, ovvero un ente della Provincia.

Lo prevede un decreto legislativo del 2013 che ha accompagnato la legge Severino sulla corruzione. Tra le tante cose previste dalla norma in tema di incompatibilità e corruzione, c'è soprattutto il fatto che un dirigente pubblico non può transitare da un ente a un altro, senza che nel mezzo non ci sia stata una pausa di due anni. Sulla nomina di Anzelini tante voci si rincorrono.

Sarebbe voluto fortemente da Achille Spinelli, assessore all'economia, che lo tiene in gran conto e anche dal direttore generale della Provincia, Raffaele De Col. Ma si è preso contezza del fatto che l'operazione non è fattibile. O meglio, non è così semplice.

Già cinque anni fa Anzelini avrebbe dovuto entrare in consiglio d'amministrazione della Fucine Film, azienda solandra che era stata finanziata l'anno primo proprio da Trentino Sviluppo presieduta da lui. Operazione bloccata anche per la segnalazione di Filippo Degasperi, consigliere d'opposizione. Ora su questa grana ieri mattina c'è stato un passaggio in giunta e il confronto è proseguito in maniera informale nel pomeriggio, ma dalle norme di legge non ci si può schiodare.

Si sta facendo avanti l'idea di chiedere un parere all'Anac, l'Autorità nazionale anticorruzione. Ma difficilmente l'Anac darà via libera, perché già in un paio di occasioni ha chiarito che la legge anticorruzione ha prevalenza sulle leggi regionali «anche speciali o delle Province autonome». 

Una frase scritta in uno specifico parere di risposta al comune di Palermo che si appellava alla legge regionale. Difficile dunque che l'Anac dica di sì al Trentino. Per ora la giunta provinciale ha fatto delle integrazioni alla rosa dei nomi che invierà alla prima commissione presieduta da Carlo Daldoss, per avere nel frattempo il via libera e poi nel caso, tra tutti i curriculum arrivati per gli enti provinciali, fare la sua indicazione che, seguendo l'iter, finirebbe al consiglio d'amministrazione dell'ente. Ma, se non ci fosse prima una resipiscenza della giunta o della commissione consiliare, il tutto potrebbe essere bloccato dal collegio sindacale anche perché fortemente a rischio di un intervento dell'autorità. 

I tempi stringono perché i presidenti degli enti sono in scadenza, Anzelini per Trentino Sviluppo e Andrea Villotti per Patrimonio del Trentino. Nemmeno la soluzione Andrea Merler potrebbe funzionare. Infatti il vicepresidente di Patrimonio per diventare presidente dovrebbe dimettersi dal consiglio comunale, altrimenti si profilerebbe una grave incompatibilità. Insomma, è un vero ginepraio.

Per ora si andrà con una proroga, ma per legge non può essere più di qualche settimana. Bisognerà dunque capire se Fugatti vuole fare una forzatura oppure scegliere nuovi nomi. Nel frattempo, tra le altre nomine si è deciso che Francesco Barone, dirigente dei giovani di Fratelli d'Italia, vada a dirigere la Trentino school of management al posto di Roberto Bertolini nuovo presidente del Corecom.

 

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