Cavit batte il ministero dell'Agricoltura: in arrivo quasi due milioni di euro
La somma corrisponde al contributo chiesto nel 2016 per una campagna pubblicitaria negli Stati Uniti. Per tre volte la Cantina Viticoltori del Trentino si è rivolta al Consiglio di Stato e ora Roma dovrà pagare
TRENTO. Ci sono voluti otto anni e ben tre ricorsi al Consiglio di Stato. Nella sede di Ravina, per scaramanzia, non si commenta la sentenza ma si aspetta l'assegno. Beneficiaria è Cavit ed a dare disposizione del pagamento - che è pari a 1 milione 791mila euro e dovrà avvenire entro 60 giorni - sarà il ministero dell'Agricoltura. Così hanno deciso i giudici di Palazzo Spada.
La somma corrisponde al contributo per una campagna di promozione rivolta agli Stati Uniti, primo mercato in assoluto di Cavit: pubblicità sia attraverso canali digitali che sulla stampa di settore, più altre attività mirate a conquistare una sempre maggiore visibilità oltreoceano. Cavit aveva presentato all'allora Ministero delle politiche agricole domanda per la procedura di selezione al finanziamento comunitario riguardo ai fondi dei programmi di sostegno del settore della campagna 2016-2018. Il Comitato tecnico di valutazione aveva inserito la Cantina viticoltori del Trentino al 13esimo posto, ma la graduatoria venne poi annullata a seguito di ricorsi di altri concorrenti.
La successiva riformulazione dell'ordine di priorità dei progetti ammessi a finanziamento aveva visto Cavit esclusa. Di qui il ricorso al Tar (respinto), quindi l'appello al Consiglio di Stato (accolto), che con sentenza del 2019 stabilì che la società cooperativa venisse riammessa alla procedura con lo stesso progetto e dunque con il medesimo contributo, pari a 1 milione 791mila euro. Cavit ha però dovuto rivolgersi un'altra volta al Consiglio di Stato per l'inottemperanza al pagamento da parte del Ministero e di Agea, l'Agenzia per le erogazioni in agricoltura: la domanda è stata accolta dal giudici di Palazzo Spada, che nella sentenza 3490 del 2021 hanno condannato in solido le due amministrazioni a versare l'intera somma.
Nel 2022 è stato anche nominato un commissario ad acta (il direttore della Ragioneria generale dello Stato) proprio per ottemperare alla prima sentenza (del 2019).Ma la vicenda non è finita, perché nel 2023 Cavit per la terza volta ha presentato ricorso al Consiglio di Stato contro la nota di Agea che, in qualità di organismo pagatore, aveva ricalcolato il contributo in 135mila euro, pari al 7,5% della somma ammessa a finanziamento (1.791.000 euro). Agea contestava che sul materiale pubblicitario mancavano una dicitura istituzionale (la frase "Campagna finanziata ai sensi...") e il logo dell'Unione Europea.
Con sentenza depositata mercoledì scorso, la Sezione sesta del Consiglio di Stato ha accolto il ricorso evidenziando che «la intervenuta (poi rilevatasi illegittima) esclusione della ricorrente nella procedura ha impedito chiaramente lo svolgimento delle attività da parte di Cavit», ossia le attività previste dal contratto. Contratto che non era stato stipulato proprio in ragione dell'esclusione. Viene evidenziato che «una condotta dell'amministrazione improntata non solo alla corretta lettura delle sentenze ma anche al canone della buona fede (...) imponeva - a maggior ragione, trattandosi di fondi Eu - una condotta attiva, di ausilio». Il Ministero, dunque, dopo la riammissione in graduatoria, sarebbe dovuto intervenire per far ottenere a Cavit il finanziamento.