La segheria Santuari di Grumes in cenere, parte la raccolta fondi per aiutare i titolari
Dopo il disastroso rogo, che potrebbe essere doloso, alla famiglia non è rimasto nulla, ma si muove la macchina degli aiuti: ecco come fare
ALTAVALLE. Un rogo devastante, che si è impadronito l’altra notte del capannone della Legnami Grumes con una rapidità tale da non lasciare scampo. E da mantenere viva, fino a prova contraria, l'inquietante ipotesi del dolo. La certezza, per ora, è purtroppo una sola: della ditta della famiglia Santuari, nella zona artigianale di via del Palù, non è rimasto nulla.
E’ stata immediatamente attivata una raccolta fondi. Sul sito gofundme.com la raccolta è stata lanciata da Canalescuola Coop Soc Onlus e 2 altri con il titolo «Aiutiamo Legnami Grumes a rinascere dalle ceneri!» ed ha raccolto fino ad ora 3.700 euro in poche ore. L’obiettivo è raccoglierne 20 mila.
L'allarme nel centro della Val di Cembra era scattato poco prima delle 3, quando le fiamme hanno iniziato ad alzarsi, visibili anche a chilometri di distanza. Subito sono stati mobilitati numerosi corpi dei vigili del fuoco. È apparso chiaro immediatamente che sarebbero serviti tanti, tantissimi uomini e altrettanti mezzi: al lavoro i volontari dei corpi di Grumes, Faver, Cembra, Albiano, Cavalese, Grauno, Valda, Capriana, Sover, Valfloriana, i permanenti saliti da Trento e poi, con il passare delle ore, altri corpi dei distretti di Trento e Cavalese, per dare manforte e garantire il cambio ai colleghi esausti: Lona Lases, Fornace, Civezzano, Lavis, Bosentino.
Poco meno di 150 uomini che per avere ragione delle fiamme hanno dovuto lottare in condizioni proibitive - a causa del calore che il rogo aveva sviluppato anche attorno alla struttura - per oltre due ore, dovendo fare i conti anche con una carenza d'acqua manifestatasi data la grande necessità richiesta dal difficile intervento. Si è fatto ricorso anche alle autobotti e alle riserve agricole.
Sforzi che purtroppo non hanno potuto salvare alcunché della struttura aziendale e di ciò che conteneva: è bruciato tutto: struttura, legname accumulato all'interno, uffici, macchinari, tra cui un muletto da oltre 100mila euro che era stato acquistato solo pochi giorni fa.
Il lavoro dei vigili del fuoco è proseguito poi per tutto il giorno, con l'obiettivo di abbassare la temperatura del materiale rimasto ardente per lunghe ore dopo lo spegnimento delle fiamme, con il concreto, costante rischio che nuovi focolai potessero divampare. Una situazione che ha reso complesso anche il lavoro dei funzionari del corpo permanente che assieme ai carabinieri della compagnia di Cavalese dovranno curare ora accertamenti e indagini per comprendere la natura del furioso incendio: il quadro è talmente complesso che il pubblico ministero Alessandro Clemente non ha disposto il sequestro dell'area dando mandato agli inquirenti di procedere con la raccolta degli elementi utili a fare chiarezza non appena sarà possibile muoversi attorno e dentro ciò che resta della struttura, probabilmente non prima di domani.
Fino ad allora - compresa la notte appena trascorsa - il lavoro dei vigili del fuoco per mettere in sicurezza l'area - ammodernata nel 2011 con lavori che avevano permesso anche la creazione di una centrale a biomassa - è proseguito senza sosta.
Disperati i fratelli Santuari, Marcello e Roberto, che con i familiari sono accorsi nella notte al capannone, non riuscendo comprensibilmente a trattenere le lacrime. «Non è rimasto niente. È andato tutto distrutto», spiega un altro degli amministratori, Simone Santuari, il presidente della Comunità di Valle di Cembra: «Ora dobbiamo aspettare per capire che cosa possa essere successo, al momento è impossibile anche solo avvicinarsi al capannone, tanto è il calore che ancora esce dai ruderi».
Con loro è stato sul posto già dalle 4 del mattino anche il sindaco di Altavalle, di cui Grumes è parte, Matteo Paolazzi: «Spiace, perché questa era una delle ditte principali della valle, che dà lavoro a una decina di persone. Speriamo che la famiglia Santuari abbia la forza di ricominciare, noi saremo con loro».