Otto milioni per "aiutare" gli affitti? Il Sunia: cifre risibili, Provincia inerte, Bolzano ne spende 51
Il sindacato inquilini analizza il problema casa in Trentino: «Senza indicizzazione dell’Icef al costo della vita, tante famiglie senza aiuto, Fugatti lo sa ma si guarda bene dal fare qualcosa»
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TRENTO. Se venerdì la giunta provinciale aveva annunciato con enfasi lo stanziamento di quasi otto milioni di euro per contributi di aiuto per pagare l’affitto (di famiglie povere con un Isee basso), oggi il sindacato inquilini Sunia replica e critica: «Risorse insufficienti a risolvere l’emergenza casa. Provincia inerte».
Il Sunia ricorda che a Bolzano ogni anno si spende cinque volte per gli inquilini. Bisogna allargare la platea dei beneficiari e indicizzare l’Icef al costo della vita, altrimenti la Provincia contribuisce ad impoverire le famiglie. Intervenire sugli alloggi turistici che drogano il mercato delle locazioni
A parlare è Manuela Faggioni, responsabile del sindacato inquilini Sunia: «Lo stanziamento per il sostegno al canone è del tutto inadeguato a risolvere l’emergenza casa in Trentino che riguarda anche migliaia di famiglie che, prive di un alloggio di proprietà, si affidano al mercato degli affitti. Si tratta del 28 percento delle famiglie. In pratica ben 67mila nuclei familiari pagano un canone d’affitto sul mercato privato. Solo questi numeri dimostrano quanto sia insufficiente lo stanziamento visto che la Provincia interviene a sostegno solo del 6% di queste famiglie.
A Bolzano i numeri sono decisamente diversi visto che oltre Salorno ogni anno la Provincia spende ben 41 milioni di euro.
Tra l’altro, il beneficiario dell’integrazione provinciale al canone – dice il Sunia – può ricevere il sostegno solo per due anni, poi il terzo viene sospeso ogni aiuto. Tutto ciò avviene mentre il mercato degli alloggi turistici continua a drogare il mercato delle locazioni non solo nei centri a più alta attrattività turistica, nella totale inerzia della Provincia che non prova neppure a porre vincoli specifici all’utilizzo delle seconde case a fini turistici.
A ciò si aggiunge il fatto che la Giunta Fugatti non intende correggere una stortura dalla quale da anni colpevolmente distoglie lo sguardo. Infatti in assenza di un meccanismo automatico di adeguamento dell’Icef al costo della vita, anche per gli interventi di sostegno in ambito abitativo - che sia l’integrazione o le graduatorie Itea - i nuclei beneficiari che hanno accresciuto il proprio reddito pur diventando più poveri a causa dell’alta inflazione di questi anni, rischiano di perdere il diritto al beneficio o di vederselo ridotto. Infatti senza indicizzazione per il sistema Icef sono diventati più ricchi. Una contraddizione che la Giunta conosce benissimo ma sulla quale non intende intervenire. Così però invece di risolvere il problema, lo acuisce rendendo più povere migliaia di famiglie. Ecco perché bisogna andare oltre gli slogan una volta per tutte e produrre azioni concrete».