Lo zoologo Zibordi: «Sono almeno 54 gli orsi usciti dai confini del Trentino»
Il noto studioso, già collaboratore del Parco Adamello-Brenta, è a un affollato incontro dedicato ai grandi carnivori, promosso da Wwf, associazione Io non ho paura del lupo e Sat
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TRENTO. «L'orso in Trentino mostra le fragilità dovute all'incrocio tra consanguinei. Al contrario, lupi e sciacalli dorati si stanno adattando in maniera promettente all'ambiente». Filippo Zibordi (nella foto), zoologo, già collaboratore del Parco Adamello-Brenta, è intervenuto alla Fondazione Caritro per un incontro dedicato ai grandi carnivori, promosso da Wwf, associazione Io non ho paura del lupo e Sat.
«Secondo il rapporto sui Grandi carnivori curato dalla Provincia, gli esemplari di orso nel 2023 erano tra 86 e 120, con 13 cucciolate. La tendenza - ha indicato Zibordi - è in crescita, ma tutti questi orsi discendono dai sette orsi originali, ciò ne compromette la diversità genetica dando luogo a una depressione da inbreeding (l'accoppiamento tra consanguinei)», spiega l'esperto, che identifica le ragioni della forte concentrazione nel Trentino occidentale: «Gli orsi maschi hanno un areale di 40mila chilometri quadrati (fino alla Baviera), almeno 54 orsi si sono spostati in Lombardia e Alto Adige, alcuni sono spariti, altri sono tornati.
La ragione per cui gli orsi maschi tornano volentieri in Trentino è perché qui si concentrano le femmine, che invece sono piuttosto stanziali».Le dinamiche del lupo sono invece diverse: «Il lupo non è stato reintrodotto, è tornato da solo grazie alla sua capacità di generare proli di 7-8 cuccioli una volta l'anno». In Trentino ci sarebbero 150 lupi in 27 branchi che si suddividono il territorio: «Ogni branco occupa un areale di 250 chilometri quadrati, oltre questa soglia non si prevede un aumento - indica Zibordi - Nel Trentino orientale gli spazi sono saturi, mentre nel Trentino occidentale ci sono ancora degli spazi, ma spesso sono montagne troppo impervie».
Emergono anche i danneggiamenti operati da orsi e lupi: «Nel 2023 ci sono stati 360 danni da orso, indennizzati in 200 casi. I danni non indennizzati sono quelli di modesta entità». L'ammontare degli indennizzi per danni da orso è stato di 100mila euro, la stessa cifra dei danni dei lupi che prevalentemente predano pecore e capre: «Sono stati registrati 170 danni, 135 indennizzati. Va precisato come l'81% delle predazioni sono avvenute laddove non erano state installate opere di protezione».
C'è poi il capitolo degli incontri con gli esseri umani e le possibili interazioni violente: «Il 2023 è stato un anno funesto, con tre attacchi degli orsi di cui uno mortale. In 150 anni ci sono stati otto incontri mortali - ha descritto Zibordi - Ci sono stati nove investimenti veicolari di orsi, tutti sopravvissuti, e 11 investimenti di lupi, deceduti».
Zibordi riflette anche sulle "passeggiate" degli orsi nel centro dei paesi, come il recente caso a Malé: «Può accadere che gli animali attraversino i paesi, ma non deve accadere che questo comportamento diventi abitudinario, significa che l'animale associa quel percorso al ritrovamento di cibo».
Su questa precauzione, lo zoologo insiste: «L'orso non deve associare le attività umane al cibo, per questo è importante che la Provincia stia installando i cassonetti anti-orso, anche se ci sono voluti più di venticinque anni».
Se la lince è virtualmente scomparsa dal Trentino, si attesta la presenza di sciacalli dorati, canidi intermedi tra volpe e lupo, di cui ci sono due nuclei riproduttivi nelle Giudicarie: «Lupi e sciacalli non vanno d'accordo, puntano alle stesse prede, ma lo sciacallo è anche predato dal lupo, sarà interessante vedere come ne evolveranno le interazioni».