La tragedia / Il lutto

I genitori di Margherita Lega: “Siamo distrutti, non riusciamo a pensare che ai nostri nipoti”

Èindagato per omicidio colposo il macchinista della teleferica alla quale è rimasta agganciata Margherita Lega, precipitata poi in un canalone sulle montagne dell'Ossola. La dinamica dell'incidente costato la vita alla 41enne di Fiavé non è ancora certa, ma potrebbe essere frutto di un malinteso

LA TRAGEDIA Margherita Lega precipitata davanti agli occhi dei familiari
LA VITTIMA La giovane insegnante viveva a Fiavé con il compagno e due figli

FIAVÉ. «Siamo distrutti. Ma non riusciamo a pensare che ai nostri nipoti, a pensare a quello che hanno dovuto patire. Noi siamo i suoi genitori, certo, il dolore è enorme, ma loro? Come possono stare?». È uno strazio duplice, quello di Francesca Molinari e Paolo Lega, i genitori di Margherita: la disperazione di due genitori, l'angoscia di due nonni. La coppia ha raggiunto Verbania nella tarda serata di giovedì, per andare a stringersi al compagno della figlia e ai nipotini. Per vedere Margherita.

Una donna che dai genitori aveva ereditato quella sensibilità, quell'attenzione all'altro, all'ambiente, alla necessità di agire in prima persona per costruire un mondo migliore che portava avanti non solo in Trentino, che era diventata la sua terra adottiva, ma anche nella natia Emilia. Margherita, assieme alla mamma Francesca, era infatti da più di dieci anni l'anima di Avè, associazione che a Pontenure - il centro del Piacentino in cui era cresciuta e in cui tuttora viveva la famiglia Lega - sosteneva progetti di solidarietà internazionale a favore di numerosi villaggi del Togo e di altri paesi africani. Quell'impegno, quella generosità, che negli anni non era andata affievolendosi, anzi. Una volta in Trentino, si era moltiplicato grazie all'amore nato con Rocco, il suo compagno, a sua volta intensamente impegnato nel sociale.

Tante le famiglie di cui la coppia aveva fatto parte e in cui aveva seminato un impegno che tuttora stava continuando a dare frutti: dall'associazione dei Richiedenti Terra agli orti sociali a Villazzano con Orto Villano, dall'OltrEconomia festival alla Scuola nel Bosco, solo per citare alcune delle realtà in cui da anni Margherita era impegnata con il compagno e al fianco di tante amiche e amici. Che ora sono tutti consumati da un dolore profondo, lacerante, dal quale provano a difendersi stringendosi a Rocco e ai bimbi di Margherita. I familiari della quarantunenne sono rientrati ieri in giornata dal Piemonte. Attenderanno in Trentino il rientro della salma della compagna e mamma, inutile rimanere in un luogo segnato ora da un dolore che richiederà anni per tentare di svanire, se mai sarà possibile.

Resta il calore degli altri, di tanti altri, che ora cercheranno di rendere meno insopportabili le giornate di chi ha perso una figura che, per l'altro e gli altri, ha sempre speso ogni energia.

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