Economia / Lavoro

Il grido di allarme: “Artigiani, esodo nel pubblico. Così la crescita delle imprese è a rischio”

La preoccupazione del presidente territoriale dell'Associazione Artigiani del Primiero Alberto Boninsegna: “Ogni volta che viene indetto un concorso, noi imprenditori perdiamo delle risorse (cioè lavoratori, ndr) importanti”

OCCUPAZIONE Artigiani: "Manca la manodopera"

PRIMIERO. «Difficile fare impresa in Primiero». Si intitola così la riflessione scritta del presidente territoriale dell'Associazione Artigiani locale Alberto Boninsegna. Poche parole che vanno spiegate per far comprendere le dinamiche di una valle che presenta delle caratteristiche diverse rispetto ad altre del Trentino. «È un ambiente molto piccolo - dice Boninsegna - e per questo è importante mantenere certi equilibri che garantiscono il benessere di chi ci vive».
Cosa sta succedendo, in Primiero?
«Stiamo notando che si è creato uno sbilanciamento tra l'offerta di lavoro pubblica e quella privata, un dato allarmante che mette in difficoltà chi prova a fare impresa. Oltre ad esserci Comuni, Comunità di valle, servizi provinciali, bacini montani e altro, opera il gruppo Acsm e il Parco. Sono amministrazioni utili che apportano benessere e sono un alto valore aggiunto al territorio, ma questo importante sbilanciamento limita la crescita dell'impresa privata».
In che senso?
«Ogni volta che viene indetto un concorso, noi imprenditori perdiamo delle risorse (cioè lavoratori, ndr) importanti. Collaboratori che abbiamo cresciuto nelle nostre aziende, ai quali abbiamo dedicato tempo per trasferire il nostro operare, nei quali abbiamo investito con corsi di formazione, della sicurezza, patenti. Talvolta li perdiamo in ruoli essenziali e difficili da sostituire».
Quante persone sono passare dal privato al pubblico?
«Negli ultimi tre anni siamo sull'ordine del 20%. Oggi tutto questo è accentuato anche dal fatto che viviamo una crisi di reperibilità di manodopera. Mancano i lavoratori giovani e il motivo sono soprattutto i prezzi degli appartamenti troppo alti - quando si trovano - influenzati dalle tariffe turistiche, sia per i nostri ragazzi sia per quelli che vorrebbe venire dall'esterno. Serve che gli amministratori locali mettano in atto politiche che vadano verso un canone moderato tramite progetti di social housing e studentati. La Provincia sta mettendo in campo i fondi per andare in questa direzione».
Come non bastasse, al Cfp Enaip di Primiero per il secondo anno consecutivo rischia di non partire - per mancanza di iscritti - l'unico corso di formazione professionale rimasto, quello di Operatore elettromeccanico.
«Siamo sconcertati, andiamo a perdere i corsi professionali nati 1974, che hanno formato decine di artigiani. Non si può pensare di andare a pescare tra coloro che non vengono ammessi all'anno successivo in altre scuole».
Cosa fare, per non perdere il corso definitivamente?
«La nostra ricetta è quella di instaurare una stretta collaborazione con CFS Sedico, in modo da creare dei percorsi formativi condivisi. Enaip Trentino deve rendersi conto che la nostra realtà è troppo decentrata per permettersi di non dialogare con il vicino bellunese. Se invece si è deciso di proseguire solo con l'indirizzo alberghiero, allora va bene continuare su questa strada, in futuro non dovremmo chiederci però perché non si trovano artigiani». 

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