Aggressione dell'orsa di Dro, Enpa chiede l'accesso agli atti della Forestale
Per l’ente protezionistico c’è anche il pericolo bracconaggio: «Non vorremmo che l'orsa subisca la stessa sorte di MJ5 e F36, uccisi da ignoti dopo l’ordinanza di Fugatti»
TRENTO. L'Ente Nazionale Protezione Animali ha presentato una richiesta di accesso agli atti per conoscere il contenuto del rapporto steso dalla Forestale del Trentino in merito all'incidente di Dro tra un turista francese e un orso. L'associazione animalista inoltre ha formalmente chiesto di conoscere l'esito degli esami genetici condotti sui campioni biologici dell'animale solo virtualmente identificato come la femmina KJ1.
Tali informazioni saranno alla base di una nuova iniziativa che l'Ente Nazionale Protezione Animali sta preparando e che dovrebbe finalmente permettere di entrare nel merito della vicenda.
«Il pronunciamento odierno del TAR, che ha sospeso l'ordinanza Fugatti, rappresenta indubbiamente un grande successo, ma - spiega Enpa - la battaglia per la salvezza dell'orso di Dro è solo agli in izi».
L'ordinanza firmata da Fugatti all'indomani della presunta aggressione presentava infatti evidenti punti di debolezza, a partire dalla mancata identificazione dell'animale (si parla genericamente di un non meglio individuato orso) e dalla mancata ricostruzione della dinamica dei fatti. «Per quanto ne sappiamo, qualsiasi fattore potrebbe avere provocato la reazione dell'animale: dalla semplice paura alla difesa di un cucciolo, fino a una possibile imprudenza del turista. Peraltro, al momento non siamo affatto sicuri che si tratti proprio di KJ1 e non di un altro esemplare. Noi - prosegue la Protezione Animali – vogliamo esattamente questo che si faccia piena luce su tutta la vicenda. E che, ancora una volta, un plantigrado non debba pagare le conseguenze delle omissioni degli amministratori provinciali».
Ma c'è anche un altro pericolo che incombe sull'incolumità e sulla sicurezza di KJ1: quello del bracconaggio. «Non vorremmo che l'orsa subisca la stessa sorte di MJ5 e F36, condannati a morte da Fugatti e poi barbaramente uccisi dai bracconieri, sui quali pende una nostra denuncia alla Procura di Trento. Il rischio di un altro animalicidio c'è ed è anche assai concreto. Anche per questo rinnoviamo al ministero dell'Ambiente la nostra richiesta di garantire l'incolumità degli orsi e di subentrare alla PAT nella gestione della fauna selvatica».