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In Trentino dopo anni di siccità ora c'è abbondanza di acqua

Nei principali bacini artificiali 298 milioni di metri cubi, il direttore dell'Ufficio dighe della Provincia, Giuliano Rizzi: "Rispetto agli ultimi due anni, che sono stati "i più faticosi, oggi quasi il problema opposto".

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TRENTO. "La situazione in Trentino è molto buona. Abbiamo acqua in grande quantità rispetto agli anni scorsi, che sono stati anni tendenzialmente di siccità".

A dirlo è il direttore dell'Ufficio dighe della Provincia di Trento Giuliano Rizzi.

Ad oggi le dighe di ritenuta maggiori in Trentino contengono 293 milioni di metri cubi di acqua (su 358 milioni di metri cubi disponibili). Una copertura superiore all'80%. "In alcuni casi - spiega Rizzi - abbiamo chiesto noi di abbassare alcuni livelli per avere più sicurezza, per esempio nel caso in cui ci dovesse essere un temporale improvviso".

Rispetto agli ultimi due anni, che sono stati "i più faticosi", "quest'anno - aggiunge il direttore dell'Ufficio dighe - abbiamo avuto quasi il problema opposto.

L'Adige è sempre pieno, proprio perché abbiamo accumulato molta neve, e in generale nei corsi d'acqua la risorsa idrica continua a fluire in maniera abbondante. Anche le riserve idriche che vediamo nei bacini sono molto buone. Siamo a un livello di riempimento 'totale'; in gergo tecnico diremmo che siamo appena sotto il livello di massima regolazione".

Anche in Alto Adige la grande siccità, che nella primavera 2023 teneva gli agricoltori con il sospiro sospeso, ormai è solo più un lontano ricordo.

Quello in corso è infatti un anno molto abbondante di acqua, grazie alle abbondanti precipitazioni dei scorsi mesi. A giugno la portata media mensile del fiume Adige è stata addirittura superiore al massimo storico, riferisce Roberto Dinale, direttore dell'Ufficio Idrologia e dighe della Provincia autonoma di Bolzano.

Anche i livelli delle acque sotterranee sono decisamente sopra media e a inizio giugno non erano lontani dai massimi storici. A luglio si è registrate solo una debole flessione. È molto buono anche il grado di riempimento dei serbatoi artificiali, che ora sono mediamente al 75%. L'anno scorso il loro livello era bassissimo.

Anche il Veneto non deve fare i conti quest'anno con situazioni di siccità precoce: nel mese di giugno, in basi ai dati dell'Anbi, si sono registrate precipitazioni superiori del 34% alla media ventennale del periodo. La stima delle piogge (e nevicate in alta quota) è pari a 129 millimetri nel mese, contro una media di 96 millimetri.

A favorire questa situazione, rispetto ad anni di grave siccità come fu il 2022, è stato anche l'andamento della temperatura, rimasta su valori prossimi vicino alla norma rispetto alla media degli ultimi 30 anni.

A fine giugno, infatti, i ghiacciai delle Dolomiti, è il caso della Marmolada, e le zone glaciali erano ancora ricoperte da neve invernale.

Oltre i 2600 metri di quota nel Bellunese vi sono state nevicate a giugno comprese tra i 20 e i 40 centimetri di spessore. Un tocco benefico per le riserve idriche: le falde sotterranee sono in gran parte ai livelli più elevati.

Espressi in termini percentili (95esimo), questi dati vedono quasi tutte le zone di falda centro-settentrionali superiori alle medie degli ultimi 20 anni (100), ad eccezione del veronese.

Buoni i dati negli invasi dei tre principali bacini montani (Adige, Brenta, Piave): circa 390 i milioni di metri cubi d'acqua disponibili nel bacino dell'Adige, 145 mln in quello del Piave (86% della capienza), 38 mln (il 99%) in quello del Brenta L'Anbi Veneto (Associazione Regionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue) rappresenta tutti gli 11 Consorzi di bonifica del Veneto, che operano nella difesa del suolo e nella gestione delle risorse idriche.

È emergenza invece in Sicilia. Oggi è arrivata al porto di Licata, nel primo pomeriggio di oggi, la nave cisterna "Ticino" della Marina militare con un carico di 1.200 metri cubi di acqua destinati a mitigare gli effetti della crisi idrica nell'area dell'Agrigentino e di Gela. Un intervento sollecitato dal presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani, per tamponare l'emergenza in una delle aree più colpite e coordinato dal capo della Protezione civile siciliana, Salvo Cocina, d'intesa con la Protezione civile nazionale.

«Ci stiamo impegnando con tutte le nostre forze per mettere in campo ogni iniziativa necessaria ad alleviare gli effetti della siccità che sta colpendo la Sicilia - dice Schifani - e molte altre aree del Mediterraneo. Il mio obiettivo non è solo arginare l'emergenza, ma risolvere definitivamente tutta una serie di problemi strutturali nel settore idrico siciliano che si trascinano da anni e che sono in parte causa dello stato in cui ci troviamo oggi. Abbiamo pianificato e avviato - conclude il presidente - un vasto programma di interventi per rendere più efficiente il servizio idrico, opere che la Sicilia attende da troppo tempo e che incomprensibilmente non sono state avviate da chi ci ha preceduto. Un ringraziamento al ministro della Difesa, Guido Crosetto, per l'immediata disponibilità della Marina militare alla collaborazione con la Regione in un momento critico».

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